Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Studenti nell'ex carcere»

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2014

IL FUTURO DI BUONCAMMINO.

Università e Comune dialogano sul centro storico

Il preside di Architettura: un edificio aperto alla città


Antonello Sanna è un fan dell'edificio che per 159 anni è stato il carcere cittadino: «Studio privato in Castello, ufficio in piazza d'Armi. Ci passo davanti tutti i giorni», dice. Tempo fa il preside (pardon: direttore di dipartimento) di Architettura l'ha definito «uno dei punti più panoramici del mondo», e lo conferma: «Cagliari, quanto a doti ambientali e storico-architettoniche, ha pochi rivali: abbiamo avuto qua tecnici di rilievo internazionali, tutti hanno lodato il patrimonio della città. E Buoncammino è uno dei punti di maggior pregio».
COME SFRUTTARLO «Una soluzione deve nascere dalla partecipazione sociale. È opportuno aprire un dibattito, ma fondato su due pilastri: conoscere lo stato dei luoghi e conoscere quello che dice la miglior cultura architettonico-urbanistica». Comune e Università hanno iniziato a parlarne nell'ambito di un ragionamento sul centro storico: «È stata avviata un'interlocuzione nei mesi scorsi, e pochi giorni fa al dipartimento di Architettura è stato ufficialmente chiesto di esprimere un parere compiuto». Su Buoncammino sono già state svolte due tesi di laurea, «e una - spiega il preside - è incentrata su recupero e riuso. Ora cominceremo a ragionare di strategie». Le tesi a cosa sono servite? «Hanno dimostrato che siamo di fronte a una struttura un po' rigida, ripetitiva, che pone dei vincoli all'uso. Contenitori speciali come questo, a meno che non li si voglia demolire (e non mi sembrerebbe una grande idea), sono difficili da riconvertire a un uso interamente privato. Invece si può puntare sulla cultura per fare sviluppo: bisogna partire da un uso intelligente delle risorse».
L'IPOTESI Nel concreto? «Vedremo. Personalmente non penso a un monouso: non escludo un'ipotesi in cui l'edificio comprenda anche residenze studentesche. Il centro storico ha la vocazione a diventare distretto culturale/studentesco, e una massa di migliaia di giovani genera un indotto».
I MURI Sarà possibile abbattere i muri che separano le anguste celle da due metri per tre? «Bisogna verificare e, nel caso, vedere se conviene: non sono tramezzi, quello è un bunker, offre resistenze. Certo non è la Torre di Pisa, non bisogna pensare di imbalsamarlo: deve vivere. Il carcere era il luogo dove non si poteva entrare: bisogna rovesciare il concetto, farne un luogo in cui si entra e ci si gode il panorama, una grande terrazza sui due golfi, da un lato il Poetto, dall'altro il versante fino a Nora. I cagliaritani hanno diritto di averlo».
I COSTI Quanto costerà recuperarlo? «Sulla Manifattura tabacchi, anch'essa di decine migliaia di metri quadrati, il primo intervento è costato meno di 10 milioni di euro, che sono un pezzo di programma europeo. Certo, questi sono tempi certo più magri, rispetto all'ormai lontano 2007, ma alla fine ogni anni finisce che restituiamo soldi alla Comunità europea: il nostro problema non è quello di avere fondi ma quello di non fare brutta figura restituendone troppi».
I TEMPI C'è da gestire un passaggio di proprietà, dal demanio agli enti locali. Tempi biblici? «Non è detto. Ho visto casi di tutti i tipi. Se c'è un'idea ragionevole e c'è determinazione, i tempi si accorciano». Pare che il dipartimento di amministrazione penitenziaria intenda mantenere nello stabile i propri uffici. «Eh, un problema da poco...»
Marco Noce