Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Guerra ad alluvioni e incendi

Fonte: L'Unione Sarda
13 novembre 2014


La Giunta sta definendo il Manuale operativo e il Centro funzionale. Sindaci in campo

 

Rete della Protezione civile: 124 Comuni ancora senza piano

A Ula Tirso le campane della chiesa di Sant'Andrea suonano con rintocchi intermittenti, brevi e ravvicinati. Nel centro di Bortigiadas sarà installato un apparecchio, simile a un semaforo, che si accenderà di una luce arancione, gialla o rossa a seconda del grado di allerta. A Capoterra c'è un'app dedicata, e la comunicazione arriva direttamente sul cellulare dei cittadini. A Tergu l'amministrazione ha invitato tutto il paese a un incontro di presentazione delle “buone pratiche” da adottare in caso di alluvione.
Prima, essenziale, regola: essere informati. Comincia da qui il Manuale operativo per la sicurezza del territorio e della popolazione contro i rischi meteo, idrogeologici e idraulici, approvato dalla Giunta regionale una settimana fa (lo stanno definendo in queste ore per la pubblicazione sul sito istituzionale) insieme con il Centro funzionale decentrato, attivato ma ancora solo in via sperimentale. La novità del nuovo Piano di protezione civile, sulla scorta di quello nazionale, riguarda i tre colori - che sostituiscono i gradi di criticità precedenti - a ciascuno dei quali corrispondono precisi scenari, effetti e danni. Inoltre, le sette zone omogenee - Iglesiente, Campidano, Bacini Montevecchio, Bacini Flumendosa, Bacino del Tirso, Gallura e Logudoro - diventeranno con tutta probabilità dieci, per non coinvolgere nelle procedure di emergenza aree che vanno dal mare alle montagne.
«I Comuni sono obbligati a predisporre il loro piano, sia contro il rischio idrogeologico che antincendio, e uno dopo l'altro si stanno uniformando, all'appello ne mancano 124», dice Graziano Nudda, direttore generale della Protezione civile della Sardegna da giugno scorso, ex direttore dell'Ente Foreste. «I sindaci - che vengono avvertiti da noi tramite sms e mail (i fax saranno aboliti) - devono controllare ogni giorno i bollettini su Internet e far sì che la popolazione sappia quando scatta il pericolo e come si deve comportare. Organizzeremo incontri sui territori, c'è la piena collaborazione dell'Anci, e i consigli e la fantasia dei singoli sono sempre bene accetti. Un sindaco mi ha detto che fa attaccare fogli alle vetrine dei bar e dei negozi, altri fanno gli annunci sulle radio locali: ogni mezzo è utile per diffondere le notizie e salvare vite».
La Regione si sta attrezzando per mettersi in regola su tutti i fronti. Per dire, nonostante le ripetute sollecitazioni negli anni, è stata tra le ultime in Italia ad avviare il Centro funzionale decentrato e a completare la complessa macchina che deve coordinare le forze che entrano in campo quando succede una calamità naturale (o un rogo).
«Ci stiamo attrezzando», prosegue Nudda, «il Centro non è ancora definitivamente decollato perché stiamo formando il personale, a Roma. Un gruppo ha appena terminato i corsi, un altro sta per partire. Alla fine saremo una sessantina di persone, aspettiamo anche che si completi il trasferimento da altri enti e agenzie regionali di 25 funzionari. Un dirigente e una decina di quadri sono già con noi, gli altri arriveranno a breve. In seguito dovremo aprire anche le sedi distaccate della Protezione civile, quattro o più, dipende dalla nuova legge sulla riforma della pubblica amministrazione, e verranno i dipendenti delle Province». La Cisl ha evidenziato che «gli spostamenti di personale stanno avvenendo senza accordi con il sindacato, vuotando l'Ente foreste di professionalità importanti». Nudda replica: «Polemiche? Non mi risulta».
Cristina Cossu