Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Capitale della cultura, il processo avviato non si ferma

Fonte: L'Unione Sarda
6 novembre 2014

Puggioni: «Non vogliamo disperdere il patrimonio di idee costruito in questi mesi»

 

Nel 2019 non sarà capitale europea della cultura, ma Cagliari non rinuncia al percorso intrapreso con la candidatura e l'arrivo in finale. Va avanti, invece, con la ricucitura delle diversità, con la collaborazione concreta con operatori e popolazione e l'innalzamento della qualità attraverso la cultura.
Che i lavori per la candidatura abbiano animato le politiche culturali di nuovo entusiasmo è emerso dall'affollamento, l'altra sera, del circolo Sel Sergio Atzeni e del marciapiede antistante di via Puccini, dove la presentazione del dossier definitivo è stata pretesto per condividere, pubblico e amministratori insieme, la volontà di realizzare comunque il processo di trasformazione avviato. Rafforzata dalla promessa, da parte del ministro ai Beni culturali Dario Franceschini, di sostenere anche economicamente le città finaliste nell'attuazione del loro progetto. «Andiamo avanti», ha ribadito Enrica Puggioni, assessore comunale alla Cultura. «Non vogliamo disperdere il patrimonio di idee, sinergie ed energie costruito in questi mesi».
In concreto, Cagliari vuole aprirsi al territorio regionale, facendosi epicentro di una nuova visione inclusiva dell'intero sud Sardegna. Vuole valorizzare le diversità culturali, anche attraverso la partecipazione attiva di cittadinanza e istituzioni culturali. Ben 250, quelle coinvolte nel corso dei 400 incontri, come ricordato dal direttore artistico Massimo Mancini, che proprio in questi giorni ha accolto l'artista britannico Graeme Miller, attirato in città dall'eco internazionale propagata durante la candidatura. Punto focale del ripensamento di luoghi e strategie, è la riqualificazione dei cosiddetti margini. Ovvero le periferie, viste con uno sguardo del tutto nuovo, come luoghi fertili e creativi. Rientra in questo filone la riabilitazione del quartiere di Santa Teresa a Pirri. Non solo con interventi strutturali su scuole e spazi verdi, ma anche attraverso l'avvio di una start up etica tutta rosa, realizzata da donne disoccupate.
Clara Mulas