Rassegna Stampa

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Allarme poveri in Sardegna, oltre 176 mila le famiglie sarde disagiate

Fonte: web Castedduonline.it
3 novembre 2014

 


Cresce il numero di poveri che si rivolgono alla Caritas: tra le richieste spicca il pagamento delle bollette


Autore: Federica Lai il 31/10/2014 13:54

 

 

 

Allarme poveri in Sardegna, nell'ultimo anno sono 176 mila le famiglie sarde in condizioni di povertà, circa 30 mila in più rispetto al 2012. Tra loro i cosiddetti "poveri inattesi": single, separati, pensionati, lavoratori precari, commercianti e persino piccoli imprenditori. L'età media è di 46 anni.  Oltre 6 mila e 200 le persone che si rivolgono ai Centri di ascolti della Caritas, di cui oltre 1500 solo a Cagliari. E questa è solo la "punta di una icerberg", perché molte persone non conoscono i servizi offerti dalla Caritas, e altre che per pudore non chiedono aiuto. I dati allarmanti sono stati illustrati oggi dai vertici della Caritas regionale e locale.

"In città il fenomeno povertà è in crescita - ha sottolineato l'assessore alle Politiche sociale, Luigi Minerba - Al momento sono duemila le famiglie cagliaritane sostenute dal Comune con contributi economici. Servono risorse, ma anche rivedere le politiche di inclusione sociale e la questione abitativa, magari rilanciando l'housing sociale e offrendo servizi capaci di soddisfare le necessità primarie". Diminuiscono le donne sarde che si rivolgono ai Centri di ascolto: quelle ascoltate nel 2013 sono state 3.094, mentre nel primo semestre del 2014 sono state 2.116. Per quanto riguarda l'età sono i quarantenni i soggetti più fragili, l'età media è di 46 anni. Tra loro soprattutto persone sposate, che denota un disagio da ricercare in seno ai nuclei familiari. Rilevante anche il numero di separati e divorziati, soprattutto donne.

La maggior parte delle persone che si rivolgono alla Caritas vive in un domicilio proprio, il 94,2 per cento, ma non sono poche quelle senza un'abitazione stabile o in una situazione di precarietà abitativa, 4,5 per cento. Molto importante il livello di istruzione: la metà delle persone ascoltate ha solo la licenza media, non ha conseguito alcun titolo di studio, o addirittura è analfabeta. E poi c'è la difficile condizione vissuta da chi è senza un lavoro o con una professione precaria, in particolare fra i giovani. La maggior parte delle persone ascoltate sono disoccupati, 59,4 per cento, pensionati, 12,8 per cento, ma anche con un'occupazione professionale più o meno stabile, 17 per cento.

Le richieste. Chi si rivolge alla Caritas di solito chiede il pagamento della bolletta dell'energia elettrica o del telefono. Ma anche un servizio mensa, vestiario, sussidi economici, o una consulenza legale. "Occorre preparare dei piani di intervento - ha sottolineato l'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio - con offerte di lavoro immediate o a breve termine".