Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dal degrado nascono i fiori

Fonte: L'Unione Sarda
23 ottobre 2014

VIA DEI CONVERSI. Un commercialista e un'ex insegnante col pollice verde

«I giardini spontanei? Un atto d'amore per la città» 


«Avevo in casa qualche pianta in esubero». Non è la verità. O comunque, non è solo questo il motivo che ha spinto un commercialista e un'insegnante di scienze in pensione, sua moglie, a dedicare un po' di tempo libero agli angoli abbandonati della città e trasformarli in oasi. L'idea è sin troppo semplice: una zappetta, un po' d'acqua, appunto qualche alberello e un amore infinito per Cagliari. «Ma sì, alla fine è proprio questo ad averci convinti che investire il tempo libero a questo bellissimo posto dove abitiamo ci ripaga e ci dà gioia. E poi, visto che faccio un lavoro che mi costringe a fare i conti quotidianamente con l'aridità di numeri, leggi e tasse, gettarmi per un attimo tra piante e fiori e sottrarre al degrado qualche punto dimenticato della nostra città mi da benessere».
I PROTAGONISTI Così parla il cagliaritano Franco Origa, mentre finisce di sistemare la piccola fossa dove, di lì a poco, sistemerà la pianta grassa. L'ultima creatura di un giardino improvvisato in uno spicchio di terra arida sotto il cavalcavia dell'asse mediano, tra via Fracastoro, via Cagna e via dei Conversi. «Lo so che non è terra mia e magari adesso che ne parlerà il giornale mi chiederanno di buttar via tutto. Spero non accada, tra qualche mese questo triangolo abbandonato potrebbe diventare un bel giardino e comunque uno spiazzo curato». Se lo augura, il commercialista col pollice verde e il cuore grande, indicando anche l'altro terreno espropriato al degrado e all'abbandono. «Ho insegnato scienze alla superiori per parecchi anni, adesso alla natura mi dedico concretamente. Certo, mio marito a volte esagera...». Esagera, per Cesira Corrias, quando decide di ripulire dai rifiuti un terreno. «Ma sì, perché non dovrei farlo», replica Francesco Origa, «se tutti fossimo più attenti, più rispettosi, Cagliari sarebbe davvero più accogliente».
SOTTO IL COLLE In via dei Conversi, quasi all'angolo con via Del Priorato, la storia si ripete. Anzi, qui, in un giardino inventato ancora da un privato in un'area pubblica e sotto il colle di Monte Urpinu, olivastri, piante grasse, tronchetti della felicità, palme e fico d'India sono cresciuti eccome. «Caspita se ha il pollice verde il responsabile di questa piccola oasi, ogni piantina che mette a dimora attecchisce e cresce che è una meraviglia», racconta uno dei residenti. Il giardino delle meraviglie è una lunga striscia di terra quasi nascosta alla vista degli automobilisti. Piante e fiori, una panchina per riposare magari dopo la fatica, una piccola cisterna d'acqua per innaffiare.
LE STORIE Sono solo due esempi di passione verde. Due storie cagliaritane e non certo le uniche. A Su Siccu la piccola oasi l'aveva costruita pian piano qualche anno fa il proprietario di un' apixedda che si occupa di trasporti e traslochi. Ma in città gli esempi fioccano. Qualcuno ufficiale. «Nel senso che aiuole e piccoli terreni sono stati richiesti al Comune proprio per trasformarli in piccoli giardini fioriti», spiega l'assessore all'Urbanistica, Paolo Frau. «La trafila è snellissima, facile da consultare e utilizzare. Tra breve, ne abbiamo discusso proprio in questi giorni, la pubblicizzeremo ancora di più per invogliare i cagliaritani che volessero adottare un'area verde». Un rilancio di un'iniziativa che evidentemente pochi ancora conoscono ma che mettono in pratica spontaneamente e senza la richiesta ufficiale degli spazi. Come in via dei Conversi.
Andrea Piras