Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Commercianti e industriali: «Spendere subito»

Fonte: La Nuova Sardegna
2 febbraio 2009

DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009

Pagina 1 - Cagliari

Mentre cresce la disoccupazione il Comune rifiuta progetti della Regione per 250 milioni 



Gian Carlo Deidda: «La situazione è grave». Alberto Scanu: «Bisogna farli partire»



I sindacati lamentano l’immobilismo dell’amministrazione a fronte di fondi già spendibili

ROBERTO PARACCHNI

CAGLIARI. «In momenti come questo la parola d’ordine è vivere: spendere tutto quello che c’è per mantenere almeno i livelli di vita minimi per tutta la popolazione», afferma Gian Carlo Deidda, presidente della Confcommercio provinciale e della Camera di commercio. Oggi «occorre rilanciare l’edilizia e le opere infrastrutturali - sottolinea Alberto Scanu, presidente della Confindustria provinciale - vi sono molti finanziamenti che non vengono usati. Abbiamo poi decine di cantieri fermi a causa della ferraginosità delle norme. Molti settori dell’attività produttiva sono paticamente bloccati». Bisogna «rilanciare subito la governance - riprende Deidda - in modo da accordarsi per spendere tutti i soldi disponibili».
«Ieri (l’altro ieri, per chi legge - nrd) - continua Deidda - ho partecipato a Torino a un convegno sul turismo che ha messo l’accento sulla necessità di spendere perchè questo significa aiutare a vivere, mettere in moto tutte le risorse di cui si dispone».
I sindacati Cgil, Cisl e Uil nel tradizionale incontro di inizio anno hanno ribadito con forza la necessità che l’ecomomia si muova e chiamato in causa tutti coloro che potrebbero cantierare subito dei lavori e non lo fanno. «In città non è vero che non vi sono soldi - ha precisato Enzo Costa, Cgil - vi sono molti finanziamenti e opere che potrebbero essere immediatamente cantierabili. Ma è tutto bloccato per divergenze tra i vari enti, Regione e Comune in particolare». Due giorni fa il Pd del gruppo consiliare del Comune di Cagliari ha tenuto un incontro in cui ha denunciato il blocco di tutta una serie di opere. In particolare: «L’accordo di programma non ratificato dal centrodestra in consiglio comunale avrebbe permesso di investire circa 250 milioni di euro: campus universitario di viale la Plaia, museo Betile e riqualificazione di Sant’Elia», spiega Ninni Depau (capo gruppo del Pd in assemblea municipale). «In un momento come questo, di gravissima crisi - continua - tutti investono nei lavori pubblici per cercare di tamponare la situazione, dal presidente americano Obama in giù. Qui da noi, invece, e a fronte di ingenti finanziamenti già disponibili, l’amministrazione si è fermata: un comportamento gravissimo. Non dimentichiamo che alcuni giorni fa la giunta comunale ha bocciato il piano per la costruzione del Campus universitario affermando che le cubature sono eccessive. Eppure quell’opera era stata inserita nell’accordo di programma (poi non ratificato): si tratta di una struttura di interesse pubblico e gli “accordi di programma” si fanno proprio per permettere di intervenire in queste situazioni».
Ma la maggioranza del consiglio comunale non è d’accordo: «La realtà è che nel 2004 l’impresa era pronta a realizzare il campus di viale La Plaia - spiega Massimiliano Tavolacci, Udc (presidente della commissione all’Urbanisica) - ma la Regione ha fermato l’avvio dei lavori perchè voleva presentare un nuovo progetto, quello dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, portando da 96mila a 136mila i metri cubi del campus. Se non vi fosse stato l’intervento del governo dell’isola, a quest’ora il campus si sarebbe già realizzato. Lo stesso dicasi per il parco di Tuvixeddu visto che il piano di riqualificazione urbana prevede anche una zona protetta all’interno del colle. Senza il blocco della Regione si sarebbe già fatto».
Ma oggi il problema, sottolineano i sindacati, è quello di mettersi attorno a un tavolo e attivare tutte le «possibilità di intervento possibili, pur nel rispetto dell’ambiente». In questo momento «bisogna puntare sulla governance - ribadisce Deidda - unico modo per governare il territorio». In questi giorni, però, le imminenti elezioni stanno stravolgendo i termini del problema... «Appena votato, subito, dal 18 di questo mese - riprende Deidda - il vincitore dovrà spendere tutte le risorse che si hanno a disposizione e sono molte».
«Per tanti interventi: dal campus universitario alla riqualificazione di Sant’Elia, sino a Tuvixeddu, i finanziamentivi sono, ma è difficile andare avanti a causa dei veti incrociati - commenta Scanu - si tratta di mettersi attorno a un tavolo in modo da trovare una condivisione». Poi vi sono anche le zone militari dismesse. «Ha ragione il ministro Ignazio La Russa - continua Scanu - nel non voler trasferire all’ente locale i beni militari dismessi se prima non c’è un progetto. Noi chiediamo che questi interventi devono essere condivisi e concertati».