Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I costi della lunga corsa

Fonte: L'Unione Sarda
13 ottobre 2014


-4. Capitale della cultura: sfida con molti progetti e poca promozione

 

Puggioni: ci siamo candidati con 600 mila euro


 

Quanto costa un sogno? Molto o niente se l'obiettivo è immateriale (seppure includa ricadute concrete, al momento ipotizzabili soltanto sulla carta). Cosa voglia dire essere Capitale europea della cultura il sindaco Massimo Zedda, l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni, il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras così come l'assessore al Turismo Barbara Argiolas, l'intero esecutivo di centrosinistra dal 2011 a palazzo Bacaredda e lo staff che lavora al progetto di “Cagliari 2019” se lo chiedono tutti i giorni, dandosi risposte diverse e suggestive, mutevoli eppure tutte riconducibili all'interrogativo iniziale: un sogno e un'opportunità. Per coglierli (meglio, centrarli) sono stati elaborati un piano-cornice che contenesse molto di quanto già la Giunta Zedda stava e sta realizzando (gli interventi di riqualificazione al Poetto e a San'Elia, i progetti nelle piazze, i parchi e i siti archeologici da riaprire alla città) e un programma economico che sostenesse l'idea iniziale, la corsa alla candidatura e la sfida con le altre cinque città finaliste, ormai giunta alle battute finali. Venerdì 17 a Roma si saprà chi diventerà, con un'altra città bulgara, Capitale europea della cultura 2019.
GLI ENTI «Il lavoro finora fatto e quel che abbiamo in programma di completare», spiega il sindaco Massimo Zedda ormai alla quasi vigilia del verdetto romano, «è stato reso possibile dall'intervento di diversi enti privati. A cominciare dal Banco di Sardegna. L'adesione al nostro progetto è stata corale. Con un particolare: spesso abbiamo avuto contributi non in danaro ma in servizi, fondamentali perché l'idea della candidatura prendesse forma e avesse visibilità».
LA BORSA Tutto ha un costo: pubblicità, manifesti, immagini, comunicazione. L'assessore Enrica Puggioni guida lo staff di Cagliari Capitale europea della cultura. «Abbiamo messo in bilancio 600 mila euro», sottolinea, «400 di questi li abbiamo avuti dal Banco di Sardegna. Gli altri 200 sono la quota comunale destinata esclusivamente all'operazione candidatura». Precisa: «Non un solo euro è stato preso dai fondi ordinari riservati alla cultura e alle altre attività». Mentre le altre città concorrenti hanno costituito fondazioni e uffici, seguendo un modello tradizionale di intervento, a palazzo Bacaredda hanno pensato di muoversi diversamente. «Abbiamo lavorato sui contenuti non sulla promozione», chiarisce Puggioni. «Avremmo potuto fare come gli altri: acquistare spazi su quotidiani e riviste per pubblicizzare le bellezze della nostra città ma abbiamo preferito proporre una serie di iniziative culturali: dai laboratori alle mostre, dalle residenze d'artista ai lavori con fotografi, poi tante altre manifestazioni che stanno dando e daranno dal 2015 al 2019 un senso concreto alla sperimentazione, produzione e formazione del modello culturale che abbiamo pensato per la città del futuro».
SULCIS Città del futuro che guarda anche verso il Sulcis. Puggioni: «Sperimentare un nuovo ruolo della città vuol dire aprirsi e accogliere. Poi non dimentichiamo che la prima idea di candidatura è venuta al Comune di Carbonia». Seicentomila euro per iniziare, poi cosa succederà? «Se venerdì 17 a vincere sarà un'altra città, i nostri progetti andranno avanti ugualmente», chiarisce l'assessore alla Cultura. «La massima parte dei nostri progetti sono stati pensati e hanno mosso i primi passi prima ancora della candidatura». Il sindaco guarda oltre il verdetto. «Il Governo nazionale», anticipa, «ha già dichiarato che continuerà a sostenere tutte le città candidate». Ma vincere avrà tutto un altro sapore.
Pietro Picciau