Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La terapia studentesca

Fonte: L'Unione Sarda
6 ottobre 2014


COMUNE. Funziona il progetto d'inserimento condiviso con Ersu e Asl

 

I ragazzi prendono casa con i sofferenti mentali

 



Come s'insegna a un paziente psichiatrico non grave ad avere una vita sociale? Ad esempio, facendolo abitare in un appartamento assieme ad altre persone che hanno il suo stesso problema e a studenti universitari. Se si aggiunge il supporto anche di psichiatri, educatori, psicologi e assistenti sociali, poi, il successo è garantito. Infatti, così è stato.
IL SUCCESSO Il progetto “Abitare condiviso” che ha messo insieme Comune, Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) e Asl, ha dato risultati al confine con il commovente: lo dimostra il fatto che, chiuso il progetto, alcuni dei pazienti psichiatrici che avevano difficoltà a socializzare, e rapporti tesi con le famiglie di origine, sono diventati autonomi, senza più il supporto degli studenti universitari, dai quali hanno appreso le regole del vivere insieme. «Visti i risultati», festeggia l'assessore comunale alle Politiche sociali e Sanità, Luigi Minerba, «la Giunta ha intenzione di ripetere l'esperienza al più presto. Il segreto», aggiunge, «è stato il lavoro di squadra di Comune, Ersu e Dipartimento di salute mentale dell'Asl: spendendo poco, abbiamo ottenuto molto. Le convivenze tra studenti e persone con problemi mentali di età compresa fra i 35 e i 55 anni sono andate bene, e nei momenti di criticità psichiatri, assistenti sociali, psicologi ed educatori hanno garantito il proprio supporto, consentendo a tutti di superarli». I pazienti hanno ancora gli stessi problemi di salute mentale, ovviamente, ma ora sanno stare al mondo, con gli altri.
IL METODO La formula è semplice: partendo dai dati del Dipartimento di salute mentale dell'Asl - circa il 65 per cento dei pazienti è affetto da schizofrenia, disturbi psicotici o dell'umore -, si è scoperto che quelli tra il 35 e i 55 anni sono molti, disoccupati e vivono con genitori anziani, che amano i figli ma non ce la fanno più ad accudirli. Così sono stati creati i gruppi di convivenza, ciascuno composto da quattro pazienti e due studenti, ai quali sono stati affidati gratuitamente (ovvio) due appartamenti del Comune, in centro, dove abitare insieme per un anno. La Regione ci ha messo i soldi. I ragazzi selezionati dall'Ersu sono stati la terapia dei sofferenti mentali - tutti non gravi -, assistiti dall'Asl, dal Comune e dai familiari degli stessi pazienti. I risultati raggiunti dai 16 pazienti, grazie soprattutto agli otto universitari, sono stati superiori alle previsioni: alcuni sofferenti mentali ora abitano da soli, alcuni con altri pazienti. Qualcuno ha trovato lavoro, molti vanno nuovamente d'accordo con i familiari. Bene, bravi. E bis, soprattutto.
Luigi Almiento