Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Via il museo Aquilegia» C'è l'ordine di sgombero

Fonte: L'Unione Sarda
1 ottobre 2014


È l'unico di Scienze naturali: trasloca dall'ex vetreria di Pirri


Il dinosauro è già finito negli scatoloni assieme allo scheletro di una balena. Finiranno imballate anche le collezioni di minerali e di conchiglie, assieme ai più antichi anfibi fossili trovati in Sardegna. È in fase di trasloco il Museo Aquilegia, l'unico museo di Storia naturale in città, il più importante in Sardegna per quantità e qualità dei reperti, in grado di rappresentare tutte le discipline delle Scienze naturali.
LO SFRATTO Il problema è che Cagliari, che lo ospita dal 2005, rischia di perderlo, se non gli verrà garantito, oltre a una fissa dimora, il riconoscimento dello stato di museo civico. Per ora, dopo l'ordine del Comune di sgomberare i locali nell'ex Vetreria di Pirri, sua ultima location (ora assegnata con bando a Cada Die Teatro), deve cambiare sede: scuola Alziator di Mulinu Becciu, primo piano. «Decisione che subìamo», sbotta Paolo Stara, presidente e cofondatore del Museo e di Aquilegia, l'associazione culturale che lo gestisce. «Questo sfratto è un sopruso enorme, che manda all'aria gli impegni sottoscritti con la Giunta Floris che aveva acquisito le collezioni naturalistiche di Aquilegia col fine di istituire il museo di storia naturale a Cagliari inserendolo nel sistema museale cittadino finanziato dalla Regione», spiega Stara. «Quando 7-8 mesi fa ci è arrivato il primo avviso siamo caduti dalle nuvole, ma il 7 agosto con un'altra lettera ci hanno intimato di lasciare i locali entro 15 giorni, scadenza impossibile da rispettare. Ora stiamo finendo di imballare e il prossimo mese il Comune eseguirà il trasporto». Una sorta di museo itinerante: da quando è nato, nel 2000 ad Assemini, è il quinto trasferimento. Il quarto a Cagliari, dove da piazza Garibaldi (sede del Riva) è stato spostato prima nei locali dell'ex liceo artistico e poi all'ex vetreria di Pirri.
NUOVE REGOLE «Troppo da sopportare», per un museo che, con i suoi 10mila reperti e collezioni che crescono continuamente grazie all'impegno dei soci, vanta 3mila visitatori all'anno e il record di 10mila nel 2007 con la mostra “Alle origini del volo”. «Purtroppo - racconta il presidente di Aquilegia - la nuova amministrazione non ha tenuto conto degli impegni contrattuali presi con il Comitato di gestione del museo. Ha quindi modificato la destinazione d'uso dell'ex vetreria di Pirri in “Polo teatrale” e pubblicato un bando per la sua gestione dal quale noi siamo stati esclusi, non essendo un'associazione teatrale. Tutto ciò - accusa Stara - senza tenere minimamente conto della presenza, pienamente operativa, del museo».
L'APPELLO Sono circa due mesi che è chiuso al pubblico. «Teniamo ben presente poi - spiegano all'associazione - che il museo non è stato fondato da due collezionisti come a volte si è detto: è un'esposizione che nasce e va avanti grazie al lavoro di professionisti, studiosi e collezionisti. Poter ottenere il riconoscimento dello stato di museo civico ci consentirebbe di aspirare a contributi importanti anche per supportare la nostra attività verso il pubblico e gli stessi giovani che ci lavorano totalmente gratis: due anni fa abbiamo perso 200 mila euro perché il Comune non ha cofirmato un nostro progetto sulla digitalizzazione dei volumi scientifici finanziato dall'Unione europea».
CASO POLITICO Le preoccupazioni sulle sorti del museo fanno da sfondo a un'interrogazione presentata, al sindaco Zedda e all'assessore Puggioni, dal vice presidente della commissione Cultura Maurizio Porcelli. «Vogliamo sapere come intendono risolvere il problema», dice Porcelli, «è assurdo che una città candidata a diventare capitale della Cultura chiuda un suo museo, lasciandolo fuori dal circuito dei musei cittadini e dei contributi, anche ministeriali ed europei. Cagliari rinuncia a un servizio, rivolto soprattutto all'utenza scolastica, garantito volontariamente da giovani studiosi, con percorsi di studio nel campo della ricerca scientifica riconosciuti anche a livello internazionale».
Carla Raggio