Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Agostino: pace fatta Resta il problema dei soldi

Fonte: L'Unione Sarda
10 settembre 2014


RESTAURO. Incontro fra prefettura, provveditorato e soprintendenza

 



Troppo presto, per gridare alleluja. Ma se riunioni costruttive rimpiazzano lettere al veleno, la chiesa di Sant'Agostino può già dirsi avviata alla salvezza.
Ieri mattina, nella chiesa-monumento di via Baylle, degradata in più punti, il parroco don Vincenzo Fois ha accolto rappresentanti di prefettura, provveditorato per le opere pubbliche e sovrintendenza ai beni architettonici. Che sono, nell'ordine, i proprietari del bene e gli enti preposti agli interventi e alla tutela. Tutti insieme, faccia a faccia, per la prima volta dopo mesi di fitta (e non sempre cordiale) corrispondenza. Per vedere da vicino la ferita sull'architrave esterno, causata dall'ultimo crollo, avvenuto un mese fa. Gli intonaci cadenti, un secondo cornicione sbeccato nel braccio sinistro del transetto e, nel lato opposto, il muro privato che trasuda cavi e acqua.
L'esito dell'incontro è stato positivo, come dimostra la dichiarazione rilasciata dalla Sovrintendenza, ieri rappresentata dall'architetto Stefano Montinari. «Siamo assolutamente disponibili allo studio di un progetto condiviso, da presentare a tutte le istituzioni che possano finanziarlo». Il che significa pace fatta, non certo avvio immediato delle opere di restauro. Prima di questo servono soldi per il progetto, il progetto stesso e la sua approvazione, poi ancora soldi per finanziarlo. E per quest'anno quelli del fondo Bucalossi destinati al recupero di edifici ecclesiali, sono stati già liquidati in favore di altre strutture. «Abbiamo destinato per il triennio 2013-2015 un contributo di 18mila euro che viene erogato regolarmente», ha ribadito l'assessore comunale alla Cultura, Enrica Puggioni, «stiamo comunque cercando nuove risorse da stanziare nel bilancio 2015, per un monumento di cui conosciamo l'importanza».
Fermo restando che la competenza finale è in capo al Ministero dell'Interno, che la concretizza attraverso il Fondo edifici di culto (Fec), è però la prefettura a curarne la gestione. «Non c'è una situazione di pericolo che richieda interventi imminenti», è la precisazione in arrivo da piazza Palazzo, «tuttavia dal sopralluogo è emersa la necessità di interventi importanti che andranno programmati dopo un'adeguata serie di approfondimenti tecnici, previsti i prossimi mesi». Dopo, e solo dopo, si potrà procedere al finanziamento e all'avvio delle operazioni di restauro delle zone dell'edificio più critiche.
Clara Mulas