Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Si iniziava al buio tra le primizie e il freddo pungente»

Fonte: L'Unione Sarda
8 settembre 2014


Il ricordo dei commercianti

 

Le notti in fila fuori, al freddo, ad aspettare che aprissero i cancelli. Per essere i primi, e accaparrarsi quelle clementine (una via di mezzo tra arancia e mandarino, lanciate da poco sul mercato) o le ciliegie in dicembre, tra le primizie destinate alla clientela più esigente.
Iniziavano al buio, le giornate al mercato ortofrutticolo all'ingrosso, sorto nel largo Carlo Felice, trasferito prima in viale La Playa e poi, nel settembre 1960, in viale Monastir.
«Bei tempi, anche se duri», ricorda Roberto Loi che gestisce un banco carico di frutta al mercato di San Benedetto. «I cancelli aprivano alle quattro del mattino ma si arrivava anche alle due e mezza».
Erano i primi anni '70, l'assortimento non era pari a quello attuale. «Il tempismo era fondamentale per avere la merce più varia e di miglior qualità», racconta Loi, «arrivava quasi tutto dalla Sardegna, il resto era roba rara, e andava via in un batter d'occhio». Lo stesso accadeva una volta che, finite le contrattazioni, caricate le casse e allestito il box in via Cocco Ortu, iniziava la seconda battaglia di giornata. «In una mattina si vendeva tutto quello acquistato all'ingrosso poche ore prima, mica come adesso, la gente compra sempre meno», aggiunge con un pizzico di rimpianto, «acquistavamo un po' di tutto, poi col tempo ognuno si è specializzato in una tipologia di vendita».
Le giornate erano sempre uguali e sempre proficue.
Dopo un breve sonno al tramonto, si ricominciava. Così tutti i giorni, dal lunedì al sabato, il lunedì e il venerdì anche di pomeriggio. Un vespaio che si diradava con il passare delle ore, in mezzo ai quasi centotrenta box di grossisti e piccoli produttori, milletrecento addetti in tutto. «Si comprava bene ma, ad anni di distanza, devo confessare che le condizioni igieniche erano pessime», puntualizza Carlo Suergiu mentre sistema la merce nell'espositore del mercato civico di piazza Dessì, a Quartu, che gestisce da sempre con la famiglia, insieme con un box in via della Musica.
«I camion entravano direttamente tra i box, gli scarichi piovevano sulla frutta». E poi il disagio di aspettare sotto la pioggia, la ressa all'ingresso, lo sfinimento delle contrattazioni quotidiane. «Ma d'estate la levataccia con mio suocero era un ottimo investimento, con i turisti sul litorale si lavorava benissimo».
Villasimius, Costa Rei, piazze in crescita negli anni '80, erano la meta d'obbligo nella bella stagione. «Si apprezzavano i prodotti del momento, la freschezza e la genuinità», aggiunge la moglie disponendo varie qualità di pesche. «In città molte attività chiudevano e riuscivamo a lavorare anche tre volte in più rispetto al periodo invernale. Erano davvero bei tempi».
Clara Mulas