Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Corso Vittorio balla coi topi

Fonte: L'Unione Sarda
5 settembre 2014

Un terreno abbandonato in via Palabanda e i cassonetti la casa di colonie di animali

I ristoratori: «Di notte costretti a barricarci nei nostri locali» 

Sono centinaia. Sfrontati e sgradevoli. Di notte diventano un esercito. I topi hanno invaso il corso Vittorio Emanuele e un muro in un terreno abbandonato (uno scandalo nel centro storico della città) tra via Palabanda e via Caprera è diventato la residenza estiva dei ratti. Ballano sui cassonetti (troppo spesso stracolmi, insufficienti per contenere i rifiuti degli abitanti del quartiere), attraversano la strada, si arrampicano sui muri. Sono talmente grandi che i gatti scappano e solo i cani di grossa taglia sanno affrontarli. Chi abita e vive nella strada è disperato: non bastava il Castello sorcesco (tra via Porto Scalas e via Mameli), il portico Palabanda è, se possibile, addirittura peggio.
L'INVASIONE Pareti semidiroccate e rifiuti. Per i topi del Corso una manna. Chi abita o lavora nella via non sa più cosa fare. A protestare soprattutto i gestori di ristoranti, pizzerie, bar e gelaterie. «Ieri stavo buttando l'immondezza, quando un topo grosso come un coniglio è saltato fuori dal cassonetto». Gigi Olita è il gestore del Red. «Voglio ringraziare il sindaco Zedda e l'assessore Argiolas per l'ottima iniziativa delle Notti colorate, è importante, però, che facciano qualcosa per risolvere il problema». Il problema è un terreno privato abbandonato all'angolo tra il Corso e via Palabanda, un tempo utilizzato come parcheggio dai clienti di un ristorante, ora trasformato in discarica a cielo aperto. «Spuntavano da ogni buco. Erano talmente tanti che siamo state costrette a chiuderci in gelateria». Elisa Aresu ha un'attività commerciale a due passi dallo scandalo . «A Ferragosto è stato terribile. Col calare del sole decine di topi attraversavano la strada per andare a mangiare i rifiuti in un cassonetto dell'umido spaccato alla base. In fila ordinata, in attesa come al tavolo di un self service».
I TOPI BALLANO Patrizio Curreli ha il privilegio di avere il bancone del bar proprio di fronte al terreno incriminato. «Ogni giorno assistiamo a uno spettacolo. E senza spendere un centesimo», ironizza. «Topi giganti saltellano tranquilli sopra i cassonetti. Sono talmente grandi che i gatti scappano. Anche gli operai che raccolgono la spazzatura hanno paura. Abbiamo presentato una petizione a Comune, Regione e Asl. Per ora non è successo niente».
I CANI E I LORO PADRONI Risalendo verso piazza Yenne la musica non cambia. «Siamo qui da 28 anni, ormai siamo abituati», commenta sconsolata Margherita Cinus, proprietaria di Crackers. «Non abbassiamo mai la guardia, qui non sono mai entrati. Ma a che costi. Ogni mattina verso acqua e varechina all'esterno. E spendiamo centinaia di euro per le derattizzazioni». Margherita Cinus affonda il colpo: non solo topi e non solo colpa del Comune. «Anche i cani, a causa dei loro padroni, sono un disastro. Ci vorrebbe più senso civico per tenere pulita una città-gioiello». La soluzione per i commercianti è solo una: «Sino a che non bonificano quell'area abbandonata il problema dei topi non verrà risolto», sentenzia Giacomo Boi, della Gintilla. «Soprattutto la domenica, senza auto, assistiamo a uno spettacolo indecoroso».
Andrea Artizzu