Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I quattro dirigenti tornano ai posti di comando

Fonte: L'Unione Sarda
1 settembre 2014

COMUNE. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza di primo grado

 

Era stato un mezzo terremoto, ora una nuova scossa rimette tutto (quasi) a posto: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso in appello dei quattro dirigenti comunali “degradati” dal Tar nove mesi fa e stabilisce che lo scorrimento della graduatoria, attraverso cui erano stati promossi, è regolare. Così Manuela Atzeni, Teresa Carboni, Claudia Madeddu e Giambattista Marotto posso continuare a guidare gli uffici comunali che comandano da quando proprio il Consiglio di Stato accolse la loro richiesta di sospensiva.
Ma a dicembre dello scorso anno furono costretti a lasciare il loro ruolo da dirigenti in alcuni settori-chiave dell'amministrazione: la sentenza del Tar provocò i cambi alla Polizia municipale (guidata da Atzeni), servizio Appalti (Carboni), Cultura e Spettacoli (Marotto) e Affari generali (Piras). Secondo il Tar il Comune, prima di procedere allo “scorrimento della graduatoria”, avrebbe dovuto avviare la procedura di mobilità, alla quale aveva diritto Mario Bandel, che presentò il primo ricorso. Lo scorrimento dovrebbe essere «legittimamente attivabile solo per coprire posti resisi disponibili successivamente all'indizione del concorso cui si riferisce la graduatoria interessata», disse il Tar, mentre nel caso di Atzeni, Marotto, Carboni e Piras, «alla data di indizione del concorso sarebbero già risultati vacanti undici posti dirigenziali, dei quali quattro relativi alle funzioni di dirigente amministrativo contabile».
Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza che non teneva conto della «ampia discrezionalità che l' amministrazione possiede nel decidere sui vuoti di organico». Lo scorrimento della graduatoria è stato effettuato «a fronte di scoperture nel ruolo di dirigente amministrativo contabile venutesi a creare dopo l'indizione del concorso, in seguito a collocamenti a riposo dei titolari di tale posizione funzionale».
Michele Ruffi