Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Polemiche e litigi, per il Cacip altri due mesi senza direttore

Fonte: L'Unione Sarda
12 agosto 2014


Alla commissione aggiudicatrice serve anche un segretario: tempi più lunghi 

Due mesi senza una guida che prenda le decisioni necessarie a far funzionare la macchina. È l'immediato futuro del Cacip dopo l'addio del direttore generale Oscar Serci, in pensione da qualche settimana (ha ricoperto quel ruolo per vent'anni), e i recenti risultati delle riunioni del consiglio d'amministrazione e dell'assemblea dell'ente, convocate in seguito alle polemiche sui criteri di scelta del nuovo dirigente innescate dal rappresentante della Provincia nel Consorzio industriale. Ieri il cda, al lavoro per la seconda volta in quattro giorni, ha fissato all'unanimità due paletti: ha preso atto della volontà di Serci di non rivestire l'incarico di segretario generale e ha stabilito che questa funzione sia affidata a uno tra Alessandro Persico, Alberto Liguori e Vasco Ciuti, dirigenti dell'ente. Sarà il presidente del cda, Salvatore Mattana, a indicarlo.
Con la nomina del segretario sarà completata la commissione aggiudicatrice già composta da Massimiliano Piras, preside della facoltà di Giurisprudenza, Mario Mossa, dirigente del Comune di Cagliari, e Alberto Piras, dirigente dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici. Ma prima di poter valutare le ventidue domande arrivate in sede e individuare il sostituto di Serci, i tre commissari devono ottenere altrettanti nulla osta a “operare”: Massimiliano Piras dal rettore, Alberto Piras dalla Regione, Mossa dal sindaco Massimo Zedda. Solo in seguito sarà fissata la data di selezione. Considerando che si è in pieno agosto, è ragionevole ritenere che l'incarico di direttore generale non sarà assegnato prima di due mesi. Un tempo lungo, forse troppo per l'importanza di un ente che insiste su sette diversi territori comunali (Cagliari, Uta, Sarroch, Elmas, Capoterra, Assemini, Sestu), della cui assemblea fanno parte anche Provincia e Camera di commercio e che ogni anno governa decine di milioni di euro.
Un potere che spiega bene l'incendio innescato da Gian Michele Camoglio, rappresentante della Provincia nel Cacip, il quale in una lettera del 30 luglio aveva sostenuto di essersi trovato davanti a un dato di fatto: «Le scelte» sulla commissione «erano quelle e non si potevano discutere». Sotto accusa, i titoli dei componenti Alberto Piras e Mossa. Dichiarazioni che il 4 agosto, nell'assemblea convocata dopo quella missiva, erano state bollate come «personali» dal commissario straordinario della Provincia Pietro Cadau, il quale però subito dopo aveva insistito per una commissione di 4 o 5 membri e criticato l'assenza di una donna. Richieste respinte, ma indicative dello scontro riguardante il futuro assetto e le scelte dell'ente.
Andrea Manunza