Rassegna Stampa

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Tuvixeddu, versati 84 milioni a Cualbu. Soru: “Ma dovrà poi restituirli alla Regione”

Fonte: web cagliaripad.it
8 agosto 2014

 

Pagato il maxirisarcimento a Coimpresa. Ma l’europarlamentare Pd è fiducioso sull’esito del ricorso in appello in favore di Viale Trento. Duro scontro con l’ex presidente Cappellacci. Pittalis: "Costerà 80 euro a sardo"
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La Regione ha versato a Nuove Iniziative Coimpresa 84 milioni (la notizia sull’Unione Sarda  oggi in edicola, ndr) dopo la sentenza del collegio arbitrale che ha calcolato il risarcimento per l’impresa. La Regione ha presentato il ricorso in Corte d’Appello, ma la sentenza arriverà solo nel 2016. E intanto viale Trento è stata costretta a pagare, in virtù del fatto che il mancato pagamento avrebbe causato guai finanziari serissimi al privato, mentre l’esborso è stato ritenuto sostenibile per le casse pubbliche regionali sarde. L’ex presidente Cappellacci ha individuato nell’ex presidente Soru il responsabile, ma l’europarlamentare Pd risponde duramente e si dice fiducioso circa il ribaltamento della sentenza in Corte d’Appello.

Soru. “L’ex presidente Cappellacci spopola nella stampa odierna e mi incolpa per i circa 84 milioni di euro che la Regione è stata chiamata a pagare in seguito ad un lodo arbitrale sulla mancata attuazione dell’ accordo di programma per Tuvixeddu che, come è noto, prevedeva l’edificazione di circa 320 mila metri cubi di cemento su un’area di inestimabile valore storico e paesaggistico nel centro di Cagliari.

Cappellacci non si è ancora rassegnato ad aver malamente perso le elezioni nonostante il grande impegno clientelare e propagandistico profuso negli anni, alternando la servile accondiscendenza a ogni volere di Berlusconi e alle sue pericolose amicizie con la più estrema demagogia ribellistica. Per questo anche oggi non perde occasione per continuare a imbrogliare i sardi e mi costringe a ribadire cose già note.

In questi ultimi anni diverse sentenze del Tar e del Consiglio di Stato hanno definitivamente confermato la validità dei vincoli imposti dal Piano Paesaggistico Regionale sul colle, e la conseguente cancellazione di ogni possibilità edificatoria.

Il giudice naturale ha definitivamente cancellato i progetti senza che niente possa essere preteso da privati. Ma Cappellacci, pur di strumentalizzare politicamente un lodo come si vedrà sconcertante, sconfessa se stesso e la sua passata Amministrazione che correttamente, con i propri uffici legali interni, ha sempre affermato nel corso del giudizio arbitrale e nei propri scritti difensivi, la piena condivisibilità delle pronunce dei giudici amministrativi di primo e di secondo grado e l’assoluta inesistenza di alcuna ragione di danno in capo all’imprenditore privato.

Amministrazione Regionale che, ancora una volta in contrasto con le opinioni propagandistiche di Cappellacci ha impugnato davanti al giudice ordinario la decisione del Collegio di arbitri privati al fine di far accertare la piena legittimità del precedente operato e quindi la illegittimità di quanto stabilito dal collegio arbitrale.

Infatti, il giudizio arbitrale prevede il rimborso di un danno subito dall’impresa, pur avendo il giudice naturale, come abbiamo detto, negato il diritto dell’impresa alla realizzazione delle cubature reclamate.
Immagino che la maggior parte dei semplici cittadini come me si domandino perché la Regione, un pezzo dello Stato, nel momento in cui firma un accordo con un privato, debba in caso di lite rivolgersi ad un arbitrato privato invece che al giudice naturale.

Sul comportamento scandaloso di molte pubbliche amministrazioni di rivolgersi nel passato a giudizi arbitrali di questo tipo, normalmente usato dalle aziende private, invece che ai tribunali naturali, sono state scritte anche di recente molte pagine di denuncia: credo sia opportuno andare a vedere chi firmò l'accordo di programma che prevedeva il ricorso al lodo arbitrale e le motivazioni di una scelta tanto insensata.

Il nostro è comunque uno Stato di diritto e non se ne potrà prescindere. In virtù della Legge il Tribunale di Cagliari e il Consiglio di Stato hanno già stabilito la legittimità dei comportamenti dell’amministrazione regionale nella passata legislatura di centro sinistra, e certamente i Tribunali ordinari annulleranno la decisione del Collegio arbitrale e le somme provvisoriamente assegnate al privato dovranno essere restituite.
Il risultato di questo lodo è solo un altro episodio di una lunga serie di schermaglie in questa lunghissima vicenda, che aggiunge confusione e difficoltà all’Amministrazione ma che non porterà a niente di definitivo e concreto.

Nonostante le accuse di Cappellacci, sono orgoglioso che dal lavoro della nostra giunta e di quello di tante associazioni, che per anni si sono impegnate in questa battaglia, il colle sia stato definitivamente salvato. Sono orgoglioso che le tantissime persone che anche recentemente hanno potuto visitare il colle abbiano provato l’emozione di visitare uno dei grandi luoghi della memoria del Mediterraneo e non un giardino condominiale.

Cappellacci denuncia che per colpa mia la Sardegna perderà 84 milioni di euro: la verità è che questo non accadrà, in quanto la Corte d’Appello saprà certamente travolgere l’ irragionevole decisione del collegio arbitrale, non a caso assunta a maggioranza e non all’unanimità con il palese dissenso dell’unico componente togato: questo perché la decisione dell’arbitro è in manifesto contrasto con le precedenti sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale e del Consiglio di Stato che avevano riconosciuto la piena legittimità dell’operato della giunta da me presieduta”.

L’attacco a Cappellacci. “Oggi invece possiamo quantificare concretamente in molti miliardi di euro il costo concreto, per i sardi, di cinque anni di Amministrazione Cappellacci.

Basta solo prendere in considerazione i 2600 milioni di euro di mancate entrate per il periodo 2010-2011, altri 1200 milioni di euro di entrate finalmente riconosciute dal governo Monti per il 2012 e altrettanti per il 2013. Circa 5 miliardi di euro dovuti ai sardi ma non resi disponibili poiché Cappellacci e la sua giunta, succube di Berlusconi e Tremonti, non li pretese immediatamente, rimandando di ben tre anni il ricorso alla Corte Costituzionale ripetutamente richiesto da me e dall’intero centro sinistra.
Vale la pena ricordare come finalmente il recente accordo della Giunta Pigliaru col Governo Renzi ha previsto che parte di quelle somme ci siano immediatamente restituite e che dal prossimo anno le nostre entrate ci verranno finalmente trasferite per intero. Tutto questo senza necessità di nuovi strumenti legislativi, semplicemente confermando il valore e l’esigibilità immediata del nuovo regime di entrate regionali stabilite nel 2007.

Cappellacci dovrebbe ricordare poi 360 milioni di euro di fondi europei disimpegnati, altri 200 di fatto bloccati presso la Sfirs e in gran parte inutilizzati. Inoltre, non vanno dimenticate alcune centinaia di milioni di euro di fondi FAS persi per la sua caparbia volontà, nei primi mesi del suo governo, di sostituire la programmazione regionale già depositata presso il Ministero, nel tentativo di cancellare la metropolitana di superficie nell’area vasta di Cagliari e sostituirla con l’insostenibile progetto di una metropolitana sotterranea.

Un capitolo a parte meriterebbe il tema della sanità. Proprio in questi giorni con dichiarazioni false e senza alcun riscontro Cappellacci e i suoi alleati tentano di nascondere la disastrosa gestione che nei 5 anni di governo del centro destra ha accumulato un disavanzo di un miliardo e 300 milioni, vanificando il percorso di risanamento certificato dalla Corte dei Conti per il 2008, al termine della precedente legislatura di centro sinistra.

I Sardi, alla fine, non pagheranno in modo definitivo gli 84 milioni previsti dall’Arbitrato a favore dell’ impresa. Ma certamente hanno già pagato una cifra enorme, a causa della mala gestione di Cappellacci e della sua passata Amministrazione.

Cappellacci sostiene che sporgerà denuncia alla Corte dei Conti sulla vicenda; sono certo che la magistratura contabile potrà trovare ben più fertile terreno di indagine nelle molteplici iniziative e manchevolezze della giunta dell’ex Presidente che probabilmente si dovrebbe dedicare con maggiore attenzione alle proprie, ben più serie, vicissitudini giudiziarie.

La replica di Cappellacci. "La reazione scomposta dell'on. Soru è sintomo di un certo nervosismo. Come al solito, non si offenda per l'uso di questa parola, evade il cuore della questione e la butta in rissa per confondere le idee.  La sua lunga ricostruzione fa a pugni con la realtà: tenta di negare l'evidenza e questa è che la Regione è condannata a pagare oltre 84 milioni. Con un diluvio di risibili menzogne, come quelle sulla vertenza entrate e sui fondi europei e altre vicende sulle quali non può impartire lezioni a nessuno, tenta di coprire le sue gigantesche responsabilità per il risarcimento milionario che, a causa sua, sarà pagato dai‎ sardi. Per quanto riguarda le vicende giudiziarie, consiglierei al signor Soru di guardarsi allo specchio ogni tanto e di esercitarsi in un sano garantismo: per il momento e per il futuro, potrebbe tornargli comodo". Così Ugo Cappellacci, ex presidente della Regione, replica alle accuse pubblicate su facebook da Renato Soru.

Pittalis: "Tuvixeddu costerà 80 euro a sardo". "80 euro: questa volta non sono quelli renziani, ma quanto costa a ciascun sardo il risarcimento per Tuvixeddu". Così il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, commenta con amarezza la notizia del gigantesco risarcimento pagato dalla Regione. "Invitiamo l'assessore Paci -ha aggiunto l'azzurro-, all'insegna di quella serietà che richiama sempre, a non giocare con parole ingannevoli: il problema è ereditato sicuramente da una Giunta passata, ma si tratta di quella di Soru, con Pigliaru assessore. I sardi - prosegue Pittalis- non devono pagare le conseguenze delle manovre spericolate dell'esecutivo di allora. Dovrebbero farlo i protagonisti di quelle decisioni: scelte sconsiderate che devono essere valutate anche sotto il profilo della responsabilità contabile. La Giunta proponga subito una manovra di assestamento per coprire questa vera e propria voragine e non si azzardi a toccare le risorse previste per priorità come il settore sociale, in particolare per gli ammortizzatori, né quelle per le imprese o per la cultura, ma aggredisca altre voci secondarie. Sollecitiamo inoltre un ripensamento riguardo all'accordo firmato con il ministro Padoan: se già erano chiari i motivi per stracciarlo, ora che un risarcimento da capogiro mangia una parte rilevante delle risorse spendibili, rinegoziarlo dovrebbe essere un fatto di coscienza prima che politico. Non pensino di eludere la questione scatenando la grancassa della propaganda e contrabbandando la vicenda come una disputa tra cementificatori ed ambientalisti. Questa finzione - ha concluso Pottalis-, perché è noto quanto cemento è stato colato in Sardegna durante il periodo degli editti soriani, ha già causato troppi danni".

L'assessore Paci. Ottantatré milioni versati a Coimpresa per lo stop al progetto edilizio sul colle di Tuvixeddu. "Ma siamo fiduciosi - spiega l'assessore regionale al Bilancio Raffaele Paci - ancora non c'e stato sulla vicenda un giudizio sul merito che aspettiamo nel 2016".
Un'eredità del passato: l'alt all'accordo di programma già siglato con i privati risale al periodo della Giunta Soru. E ora a circa dieci anni di distanza la Regione si ritrova con -83 milioni nelle casse. "Faremo un assestamento di bilancio - annuncia Paci - Saranno sacrificare delle spese che non hanno priorità".