Rassegna Stampa

Il Sardegna

Strade a rischio, la lista infinita le imprese non coprono i buchi

Fonte: Il Sardegna
22 gennaio 2009

Viabilità. L'appello dei presidenti delle circoscrizioni. Ecco la mappa dei quartieri dissestati in città

Interventi del Comune sollecitati nel 2007 e 2008. Ma ancora i lavori sono in alto mare

Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Pirri e l'asse mediano sono solo la punta dell'iceberg: tutta la città vive l'emergenza viabilità. Strade chiuse da dicembre, dossi, buche, marciapiedi inesistenti o dissestati. La mappa dei lavori inconclusi o perennemente in corso è fitta, ai limiti dell'intricato. Il presidente della circoscrizione di Mulinu Becciu, Simone Crisponi, parla di «un elenco di strade pericolose ». Mulinu Becciu e Is Mirrionis, senza distinzione.

LA LISTA È LUNGA: via Piero della Francesca, via Crespellani, via Siotto, via Gherardo delle Notti. I problemi sono noti: segnaletiche assenti, buche da ricoprire e marciapiedi da rifare. Ma è solo l'aperitivo. Il marciapiede manca proprio in piazza degli Sforza. Is Mirrionis non sta meglio. Via Is Cornalias e via Jenner. Poi il caso di via Guzzoni degli Ancarani: «Chiusa il 19 dicembre per una voragine profonda», spiega Crisponi. Non è mai stata riaperta. Ancora, via Mattei, via Balestra, via Aleo e via Falletti: tutte a ridosso di via Cadello, vicino al Parco Monte Claro, ma ben nascoste. «In certi casi il Comune è pure intervenuto», precisa Crisponi. Forse per rimediare ai casi più eclatanti. Voragini e cantieri a cielo aperto non guardano in faccia nessuno. Neanche le zone residenziali. Amsicora e Monte Urpinu, per esempio: «Via Cagna è in piena emergenza - rivela Paolo Truzzu, presidente della circoscrizione La Palma - basta passarci in macchina, sembra di stare sulle montagne russe. Così in via Malpighi, via Corsica». Le cose non vanno molto meglio al quartiere del Sole («si salva via del Sole»), a La Palma, dove «causa del disagio sono i contenziosi tra Abbanoa e il Comune ». Stesso discorso per Sant'Elia. E non è che le segnalazioni non ci sono state. Anzi. «Già dal 2007 - precisa Paolo Truzzu - abbiamo richiesto l'intervento del Comune. Nel 2008 la commissione dei Lavori pubblici si è anche riunita nella nostra circoscrizione per un sopralluogo». Ma ancora non è stato fatto niente, «se non i soliti rattoppi ».

PARLA DI TEMPI d'intervento brevi, il presidente della circoscrizione San Benedetto, Alessandro Sorgia. «Ho avuto rassicurazioni in tal senso. A San Benedetto e Fonsarda, le strade da mettere a posto». I quartieri più vitali insomma. Come Sant'Avendrace. Ma il presidente della 2, Antonio Puddu, non è così possibilista come il collega della 4. Ride piuttosto, perché non sa da dove iniziare. Parte dalle strade (ancora) bianche: «Via Livenza e via Coghinas», per esempio. «Via Tagliamonte, la più malmessa, c'è una buca dopo l'altra. O i marciapiedi di viale Sant'Avendrace, con le pianelle rotte e la gente che cade ». Anche in questo caso i disagi sono stati segnalati. Fin dal 2007 e poi nel 2008.

 

Opinione
Il vero nodo: i subappalti

Sergio Murgia
DIRIGENTE SETTORE LAVORI PUBBLICI

Pirri ha avuto più di un milione di euro nel 2008. Ma la situazione è drammatica, lo so bene. I lavori sui sotto servizi, per la rete idrica, sono stati tutti iniziati. Ma per il 70 per cento sono rimasti incompiuti dalle imprese appaltatrici dei lavori. Non è stato ripristinato il tappettino d'usura. Noi del Comune abbiamo ricevuto più di un sollecito in proposito, anche via fax. E dietro richiesta delle imprese che avevano appaltato ho firmato l'ordinanza perché venisse concesso loro il divieto di sosta, per ultimare i lavori di ripristino stradale. Una volta che l'impresa ritira l'ordinanza da me firmata, può procedere. Di fatto però le ordinanze in questione non sono mai state attuate. E con questo noi non c'entriamo nulla. Alcune delle imprese che tre anni fa hanno vinto gli appalti per i lavori della Municipalità di Pirri, non erano sarde. Io credo che abbiano usato l'espediente (legale) del subappalto a imprese del posto. E sono dell'idea che il nodo dei lavori incompiuti risieda in questa fase.