Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Abbanoa ora deve riprendersi»

Fonte: L'Unione Sarda
25 luglio 2014

INTERVISTA. Dopo il ritiro dell'istanza di fallimento e gli imminenti aumenti parla l'assessore

Maninchedda: «Produrremo l'energia per abbattere le tariffe» 

Il pm Giangiacomo Pilia ha ritirato l'istanza di fallimento e Abbanoa può respirare. Nonostante un debito al netto dei mutui di circa 450 milioni e una rete che fa acqua da tutte le parti, Paolo Maninchedda, assessore ai Lavori pubblici, crede in un rilancio: «Ora dobbiamo essere all'altezza di questo riconoscimento».
Perché?
«L'aver scongiurato il fallimento ci libera le mani con le banche, che ora possono accedere al piano di ristrutturazione del debito».
L'azienda è stata ricapitalizzata?
«Come richiesto dall'Ue: 39 milioni per il 2010/2011 e 83 per il 2013/2014».
È davvero un successo?
«Abbanoa è un'opportunità su un bene che deve essere protetto: l'acqua. Il sistema che sta attorno all'acqua - persone, pompe e idroelettrico - finora ha consumato ricchezza. Ora deve generare ricchezza e lavoro».
Quanti lavoratori ha Abbanoa?
«Circa 3 mila con l'indotto».
Molte assunzioni arrivarono dalla fusione di società comunali e consortili...
«Tutti i posti vanno salvaguardati anche se il personale incide sul 56% dei costi, mentre il 43% se ne va in energia. Ricordo che Abbanoa ha ricavi per 221 milioni di euro all'anno».
Ci sarebbe più di qualche lavativo, tra i 3 mila.
«Non saprei. Ora si deve cambiare per forza».
Vale in generale?
«Certo. Anche i cittadini, gli utenti, devono capirlo. Tutti pronti a lamentarsi delle bollette ma alla fine...».
Alla fine cosa?
«Chi non paga dovrebbe fare un monumento a chi paga: questi ultimi finora hanno mandato avanti la baracca. Il tempo che intercorre tra il ricevimento e il pagamento di una bolletta dell'acqua è di 210 giorni. Vuol dire niente manutenzioni, stipendi e fatture in ritardo».
Sì, ma non negherà che Abbanoa sia un po' una persecuzione.
«Cito alcuni dati: tra il 2012 e il 2013 ha avuto incassi ordinari del 17% in più e diminuito del 9% quelli da recupero credito. Dove sta la persecuzione? Oggi i clienti sono 713 mila, nel 2005 erano appena 424 mila. Le letture nel 2011 erano state 754 mila, nel 2013 un milione 207 mila».
Sta parlando di evasione e abusivismo?
«Dico solo che sono stati trovati allacci irregolari anche da parte di utenze pubbliche».
Ora aumentano le tariffe?
«Sì, del 3,1% dal 2015».
Chi l'ha stabilito?
«L'Autorità d'ambito. La tariffa non era stata adeguata nel 2005 come previsto dalla legge e Abbanoa ha distribuito l'acqua sotto costo».
Quanti soldi non sono stati riscossi?
«Dal 2005 al 2011 106 milioni».
La Regione non può intervenire?
«Vorrebbe ma non può. Sono finiti i tempi dell'economia di Stato, in cui i costi erano coperti dalla fiscalità generale. Del resto, Abbanoa nasce con 74 milioni di perdita all'anno per volontà della Regione. Ora si deve pensare all'equilibrio».
Ma aumenterete le tariffe da 1,47 a 1,52 euro a metro cubo.
«Non possiamo fare altrimenti per il momento. Ma studiamo come abbassarla».
Soprattutto sull'energia.
«Certo, infatti vogliamo gestire il sistema idroelettrico, da cui Enel incassa qualche centinaio di milioni: la tariffa idrica diminuirebbe del 20% e una parte potrebbe servire per finanziare l'infrastrutturazione».
I malandati 4 mila chilometri di rete idrica e fognaria?
«Sì. Per farlo servirebbe un miliardo. In molti Comuni bisogna ricostruire addirittura la mappa».
Chiusura sulla Giunta. In Consiglio si parla di fibrillazioni.
«Il presidente Pigliaru ha una vocazione naturale al dialogo e livelli di bontà e intelligenza difficilmente riscontrabili in politica. Se ci sono, risolverà i problemi».
Il sottosegretario Barracciu l'accusa per le sue posizioni sul patto di stabilità.
«No comment».
Lorenzo Piras