Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«In ostaggio dei cani randagi»

Fonte: L'Unione Sarda
8 luglio 2014

GIORGINO. I residenti: troppi rischi, impossibile passeggiare la sera o la mattina presto

Terrore al Villaggio pescatori, il capobranco è un rottweiler 


Compaiono improvvisamente la mattina presto, quando il sole è ancora radente. Poi la sera, normalmente dopo il tramonto. Per il resto della giornata inutile cercarli, tentare di avvistarli, ancor meno catturarli, con i ripetuti tentativi fatti anche dal personale specializzato del canile di agguantarli, sempre miseramente falliti.
I randagi di Giorgino hanno fiuto eccezionale e cervello fino. Ex cani domestici, abbandonati chissà dove, chissà da chi, hanno imparato l'arte di arrangiarsi. Fatto è che il branco adesso fa paura. Perché quel branco di una decina di cani di media taglia con due capi (un simil pastore tedesco e un rottweiler) piuttosto corpulenti, hanno preso in ostaggio gli uomini, le donne e i bambini del Villaggio pescatori. «Sono diventati aggressivi.
LA TESTIMONIANZA Sono diventati pericolosi». Irene Mura, che lì vive e gestisce lo stabilimento balneare e il ristorante Non solo Mare , ha smesso di fare passeggiate quotidiane lungo la strada che dal villaggio si interrompe a Villa Ballero e al Porto canale. «Siamo un gruppo di donne, abitiamo qui, ogni mattina presto fino a poco tempo fa ci concedevamo una camminata per tenerci in forma. Stop, quei cani che troppe volte ci hanno ringhiato contro, non ci facevano sentire sicure». Racconta la figlia Arianna Stara: «Una nostra amica si è ritrovata sola davanti a quei cani, si è fatta prendere dal panico, ha urlato a squarciagola per cercare di spaventarli e con difficoltà è riuscita a rientrare. Facile immaginare il terrore».
I RACCONTI Non c'è una parola di troppo, nei loro racconti. Tanto meno si avverte esagerazione, voglia di esasperare gli animi di una comunità dove quasi ogni famiglia ha il suo cane domestico. «Qui gli animali li amiamo», avverte Irene Mura. «Queste però, per colpa di chi li ha abbandonate, sono diventate bestie pericolose».
BRUTTA ESPERIENZA Lo sa bene Rodolfo Cherchi, diventato in un attimo prigioniero di un branco di sei, sette cani. «Me li sono trovati di fronte improvvisamente, mi hanno quasi circondato e ringhiavano. Mi trovavo tra l'ingresso del Porto canale e la Villa Ballero. Il più terribile era il capobranco, un grosso cane bianco. Lo ammetto, ho avuto paura, non potevo ripararmi e neppure difendermi. Ho cominciato a indietreggiare senza mai perderli di vista, per fortuna è passata una macchina, ho chiesto aiuto, mi ci sono infilato dentro e mi sono fatto accompagnare a casa». Salvo.
IL PRECEDENTE Il contrario di quanto era accaduto un anno fa a Vittorio Tuveri, un pensionato di Pirri aggredito e ferito a morsi da tre randagi. Un fattaccio finito sul tavolo del giudice di pace dopo la richiesta di risarcimento danni presentata al Comune, chiamato in causa per il mancato controllo e rimasta senza risposta. Il processo si aprirà il 14 maggio. Bisognerà comunque stabilire se quei tre cani fossero realmente randagi e senza padrone.
A. Pi.