Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gavettone sulla movida

Fonte: L'Unione Sarda
8 luglio 2014

Il gesto di una donna esasperata dal chiasso rilancia il problema

Con una pompa “innaffia” i clienti di un pub 


Il tubo di gomma è ancora arrotolato sul pavimento. Poggiato nell'andito, a neppure tre metri dalla finestra da dove, domenica notte, una donna esasperata, stanca di non riuscire più a riposare per via del chiasso della movida cagliaritana, ha scaricato sui clienti di un bar una cascata d'acqua e rabbia. «Quattro anni vi sembrano pochi?», ha spiegato per giustificare il suo gesto, la sua scelta, forse neppure tanto meditata, di lasciar da parte la sopportazione e far parlare la sua personalissima vendetta.
L'APPARTAMENTO Adelaide Amat di San Filippo abita al terzo piano di uno storico palazzo, tra il largo Carlo Felice e la via Giovanni Maria Angioy. Sotto ci sono i tavolini del Beer Garden, un locale gestito da Stefano Floris e Cristiano Corrias che si appresta a festeggiare i diciassette anni.
«Intanto premetto che non sono un'incosciente, non ho indirizzato il getto sui tavoli pieni di persone in modo diretto ma ho puntato il tubo verso l'alto per provocare la pioggia d'acqua. E poi ripeto, le ho tentate tutte per cercare di avere un minimo di tranquillità, di riuscire a dormire senza essere svegliata di soprassalto dalla musica, dal baccano». Pentita, non lo è per nulla. «Sa, non sono più giovanissima - scherza - e ho necessità di riposare. Comunque sia, sfido chiunque, in queste condizioni, a non esasperarsi».
IL RACCONTO Seduta nel salone-tinello carico di libri, di dipinti («li ha fatti mio figlio») e dei giochi degli adoratissimi nipotini, due dei quali ascoltano in silenzio la testimonianza della zia sulle notti insonni che tra l'altro ben conoscono per diretta esperienza, Adelaide Amat Di San Filippo mette da parte la rabbia e racconta le lunghe estati della rassegnazione. «Sono una donna che ama la compagnia, anche per questo ho scelto quest'appartamento piuttosto ampio per ospitare parenti, amici. Per capirci, insomma, sono tutt'altro che una solitaria. Capisco chi sta lavorando, capisco le esigenze di una città turistica, qualcuno però capisca anche me. E come me tante altre persone che vivono nei centri storici. I proprietari del locale dicono di essere a norma, di aver ridotto le emissioni. Qui, però, siamo al delirio. Per questo l'altra sera ho fatto piovere, dopo tante parole e richieste cadute nel vuoto». L'ha fatto domenica sera, scaricando sui tavoli del Beer Garden, tra mezzanotte e mezzo e l'una, l'acqua che ha interrotto, in un istante, il vociare dei clienti. La musica.
Adelaide Amat Di San Filippo non ci sta, però, a passare per un'irresponsabile. «So che un ragazzo ha denunciato i danni subìti al cellulare, investito - sosterrebbe - da un violento getto. A lui dico: la smetta».
IL TITOLARE Cristiano Corrias, maglietta nera con il logo del suo locale, ripercorre le tappe forzate per mettere a norma musica e impianti. «Abbiano chiamato un ingegnere del suono, eliminato le grandi casse acustiche e scelto piccole casse da tenere su ogni singolo tavolo che il cliente può anche disattivare. Abbiano anche eliminato la cassa-spia per cancellare i bassi. Tutto questo per ridurre drasticamente le emissioni. Con la signora Adelaide abbiamo parlato tante volte. La verità è che a Cagliari sta diventando difficile lavorare. Qui abbiamo otto dipendenti e una marea di spese, azioni come quella di gettare acqua dalla finestra rischiano di far scappare i clienti».
Andrea Piras