Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Maria Teresa Rachel, cento anni a passo di musica

Fonte: L'Unione Sarda
26 giugno 2014

Il compleanno della musicista nata in una famiglia dove le note sono pane quotidiano

 

«Per fortuna babbo era lontano quando sono nata. Altrimenti mi chiamerei Fosca». Ride di gusto, Maria Teresa Rachel, che oggi compie cento giovanissimi anni. E svela due segreti per arrivarci come ci è arrivata lei: desiderare ciò che si ama, e nutrirsi di musica. Poteva essere altrimenti con quel cognome?
Una dinastia di musicisti, la sua, arrivata dalla Francia al Granducato di Parma nel 1700 e poi in Sardegna. Ricordarli tutti non è facile. Il bisnonno, il nonno, gli zii, e Luigi, suo padre, il più noto, che ha dedicato parte della sua produzione al patrimonio etnofonico sardo. Morì nel 1949, quando lei era madre di due figli. «Era un uomo buono. E mi ha insegnato a suonare il pianoforte. Sì, forse non mi sarebbe dispiaciuto diventare un'insegnante. Ho accettato una sola allieva, ed è diventata brava».
Altri allievi naturali sono stati i suoi nipoti. Ai quali ha insegnato crome e biscrome avvalendosi di un metodo appreso dal padre. Prendeva una mela, la divideva in spicchi e rapportava gli spicchi ai valori della musica. «Quando una nipotina un giorno mi chiese per merenda una semibreve - e voleva un'intera mela - capii che funzionava». Ha una risata divertita, questa donna ironica e concreta che non conosce i rimpianti. «La felicità consiste nel vivere la vita senza inseguire sogni impossibili». Così lei, nata sotto il segno del Cancro nel 1914, è arrivata con passo leggero fino a oggi. Ricordi ne ha tanti. Le feste con i cugini, i viaggi (e i cori) col padre, le serate al Civico e al Politeama Margherita. E poi il primo ballo con quel bel ragazzo cremonese, Franco Zambelli, ufficiale dell'aviazione, che sarebbe diventato suo marito, la nascita di Sergio e Renata, gli otto nipoti, le pronipoti Giulia, Alice e Maria. E ancora, la sua arte di trasformare un pezzo di tessuto in un bellissimo abito. Dei tempi attuali non apprezza «nulla». Ma alla frequentazione delle persone anziane preferisce di gran lunga quella dei giovani.
Maria Paola Masala