Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un anno di gestione costerà 400 mila euro

Fonte: L'Unione Sarda
19 gennaio 2009

Le cifre La fondazione pubblico-privata



Sarà una fondazione mista pubblico-privato a gestire il teatro Massimo: si chiama “Teatro stabile di prova” e ne fanno parte amministrazione comunale e cooperativa Teatro di Sardegna.
Di fatto è quest'ultima a doversi occupare di riempire di contenuti lo splendido contenitore messo a punto in questi tre anni e mezzo di lavori. Il Comune, dal canto suo, metterà i soldi: 150 mila euro l'anno per contributo gestione più 70-80 mila per contributo alla stagione di prosa. Di più, le casse comunali non consentono. In totale, fra i 220 e i 230 mila euro: più della metà dei costi complessivi di funzionamento annui, stimati in circa 400 mila euro.
Tanto che, a quanto pare, la direzione del Teatro di Sardegna (che ieri abbiamo tentato inutilmente di contattare) avrebbe espresso perplessità sulla possibilità di far quadrare i conti.
«Basteranno 150-160 rappresentazioni per pareggiare i costi di gestione», calcola Ada Lai, dirigente dell'area servizi al cittadino. Certo, 150-160 messe in scena sono complicate da realizzare: «Ma questo teatro - puntualizza il dirigente - è in grado di ospitare una pluralità di eventi che comprendono, oltre alla prosa, anche musical e recital come quello - per fare un esempio - di Massimo Ranieri visto due settimane fa. È vero che il Massimo ha meno posti del Lirico (circa 700 posti contro circa 1600), ma si possono prevedere più repliche. Senza dimenticare la disponibilità del “ridotto”, che può ospitare anche incontri e conferenze. Fra l'altro, all'interno del Massimo ci saranno due bar».
Far quadrare i conti sarà comunque responsabilità del partner privato. Qualche mese fa l'assessore alla Cultura, Giorgio Pellegrini, aveva espresso la sua posizione senza lasciare margini di dubbio: «L'amministrazione non può accollarsi direttamente i costi di gestione del Massimo». Può contribuire, insomma. Nella misura in cui glielo consentono le finanze. Ora si tratta di vedere se la misura verrà giudicata congrua dal privato: se le possibilità di lucro, insomma, saranno valutate superiori ai rischi d'impresa. (m. n.)

18/01/2009