Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ortofrutta, chiude viale Monastir

Fonte: La Nuova Sardegna
16 gennaio 2009

VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009

Pagina 2 - Cagliari



Ieri sera è scaduta l’ultima proroga concessa dal sindaco Floris L’assessore Carta: «Per l’amministrazione non è più un mercato»



Paolo Casu: «Io sono contrario alla chiusura del centro commerciale In quella struttura va creata la fiera dell’agroalimentare di tutta l’area»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. L’odissea del mercato ortofrutticolo all’ingrosso di viale Monastir da ieri dovrebbe essere terminata. Alle ore 24 finiva, infatti, anche l’ultima proroga per la chiusura dell’esercizio commerciale. «Per noi - ha informato Paolo Carta, assessore comunale alle Attività produttive - quell’esercizio ha ormai totalmene cessato di operare. Lì non ci sono più impiegati del Municipio e deve avviarsi il recupero dell’area per gli usi stabiliti dall’amministrazione». Ma una parte degli operatori che non avevano accettato di trasferirsi, comprando un box, nel centro privato di Sestu hanno chiesto al Comune di poter restare ancora per qualche giorno prima di spostarsi in una nuova struttura da loro trovata.
«Si tratta, però - spiega l’assessore Carta - di un centro privato e non più comunale». I ventisette operatori dell’ex (da oggi) mercato di viale Monastir hanno affermato di aver trovato un altro spazio in cui realizzare la nuova struttura, ma chiedono un po’ di tempo in più: per terminare i lavori di sistemazione. «Se me lo chiederanno - afferma l’assessore Carta - mi rivolgerò agli uffici per verificare se sarà possibile. Ma in questo momento la questione è in mano al sindaco Emilio Floris».
Contrario alla chiusura del vecchio ortofrutta è, però, Paolo Casu (indipendente del centrodestra e presidente della commissione consiliare alle Attività produttive): «Il mercato all’ingrosso di viale Monastir - afferma - deve continuare a operare: sarebbe un danno grave per la città». Come accennato la struttura avrebbe dovuto cessare definitivamente la sua attività alle 24 di ieri. E, formalmente, per l’amministrazione, da oggi non è più un mercato.
Per un mese, sino al 21 dicembre, i ventisette operatori rimasti avevano occupato il centro per protesta contro lo sfratto seguito al non pagamento della triplicazione del canone, imposta dal Comune. Poi poco prima di Natale il sindaco ha concesso che restassero sino a ieri. Nel frattempo, come accennato, gli ex titolari dei box hanno trovato un locale alternativo in cui trasferirsi per creare un altro mercato all’ingrosso, che affiancherà quello privato di Sestu. In quest’ultima struttura si sono da tempo trasferiti la maggior parte dei precedenti operatori di viale Monastir (dove lavoravano un centinaio di commercianti).
L’odissea di questo mercato era iniziata nella passata consiliatura con una delibera dell’assemblea che ne aveva deciso la chiusura a favore del nuovo centro di Sestu. Quest’ultimo esercizio era sorto a seguito di una conferenza dei servizi a cui avevano partecipato tutti gli attori interessati.
Da parte sua Casu riprende la proposta che era stata votata dalla maggioranza della commissione consiliare alle Attività produttive: di trasformare una parte dell’area del mercato di viale Monastir in una fiera permanente dell’agroalimentare. «Come mai - afferma - la catena di ipermercati di “Nonna Isa” ha aperto un ingrosso dell’agroalimentare a Villacidro di quattromila metri quadrati? Se l’hanno fatto vuol dire che c’è richiesta. Non solo: “Nonna Isa” aveva acquistato due box a Sestu e ora ha aperto anche a Villacidro». Per questo motivo, «perchè il mercato esiste - continua Casu - raccoglierò le firme per un documento che chieda e ribadisca la volontà di creare una fiera dell’argroalimentare in viale Monastir, come aveva già domandato una mozione sottoscritta da 26 consiglieri comunali».
Inoltre, ricorda Casu, quando c’era stato l’inizio della protesta da parte degli operatori di viale Monastir, erano state «raccolte circa 4.000 firme contro la chiusura dell’esercizio».