Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un suggestivo e armonioso affresco sonoro

Fonte: L'Unione Sarda
16 giugno 2014


CLASSICA. Teatro Lirico

 


F igura poliedrica, Pavel Vernikov è un punto di riferimento per tanti violinisti nel mondo. E guardando a lui, seguendo il fraseggio tracciato dal suo archetto, i Solisti del Teatro Lirico di Cagliari si sono misurati in un recital eclettico: uno spaccato del repertorio cameristico che spazia tra generi e stili.
Una serata di bella musica a partire dal Sestetto in si bemolle maggiore per archi op. 18 di Brahms. E se i violini di Vernikov e Luca Soru descrivono arabeschi, tenendo il filo della melodia principale dell'Allegro iniziale, sono poi i violoncelli di Emanuele Galanti e Robert Witt a emergere, intrecciandosi con le viole di Salvatore Rea e Maria Cristina Masi. Su tutto spicca un elemento sentimentale forte che l'ensemble gestisce con gradevole effetto d'insieme, con punti suggestivi nei pizzicati, che rimbalzano tra gli archi, ripresi da un registro all'altro. Un discorso che ha momenti di concitata freschezza nello Scherzo, in un ordito equilibrato, ricco di accenti e di espressività intensi.
L'orizzonte estetico muta, riportando la spensierata e briosa lezione di Mozart nel Quartetto in re maggiore k285, con Stefania Bandino al flauto, sicura nel suo ruolo di guida di uno sviluppo melodico che trova rispondenza nel violino di Vernikov, la viola di Rea il violoncello di Galanti.
Le inquietudini musicali del '900 fanno sentire la loro voce nei ritmi scomposti e nelle melodie concitate dell'Ouverture su temi ebraici op. 34 di Prokofiev che ha le sonorità klezmer del clarinetto di Ivana Mauri e gli ostinati ritmici disegnati dal pianoforte di Clorinda Perfetto. Un bell'affresco sonoro, composito, che l'ensemble è bravo a miscelare e calibrare con sensibilità interpretava. Brillante e spumeggiante, la conclusione è nel più consolidato spirito viennese, con il Schatzwalzer op. 418 di Strauss figlio. Un tuffo nell'intrattenimento mitteleuropeo, condotto con seducente leggerezza e suoni rotondi, con un gioco d'insieme di sicuro impatto. E dove Vernikov ha espresso al meglio il ruolo di guida di un ensemble che, tornato in scena al completo, ha condiviso gli applausi, tanti, segno di stima e apprezzamento.
Greca Piras