Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Regione, bonus da 4 milioni per i dirigenti

Fonte: La Nuova Sardegna
5 giugno 2014

Assegnate anche quest’anno le retribuzioni di risultato senza alcuna verifica sul merito e sulla produttività individuale


di Mauro Lissia w

CAGLIARI Altro che ottanta euro: i dirigenti della Regione stanno per dividersi in 150 quote rapportate al «grado» un premio complessivo di quasi quattro milioni per un anno di lavoro, un bonus sontuoso che può sfiorare i 40 mila euro da aggiungere allo stipendio mensile. C’è già la firma del direttore del servizio personale, si tratta di una somma prevista nel contratto di lavoro e dunque perfettamente legittima. Quello che stona è un aspetto, davvero fuori scala in tempi di spending review e di tendenza dichiarata alla trasparenza amministrativa: la retribuzione di risultato è un premio istituito nel 2008 da pagarsi in rapporto appunto al risultato raggiunto nel lavoro ai vari livelli dirigenziale. Allora come è possibile che tutti i dirigenti della Regione lo incassino puntualmente ormai da diversi anni, sempre la stessa cifra, calcolata in base alla funzione e non alla produttività o all’efficienza professionale? Che premio di risultato è se lo prendono tutti? I dirigenti della Regione sono davvero tutti bravissimi e bravi allo stesso modo? Il meccanismo. Ma vediamo come funziona il meccanismo di calcolo automatico, seguendo passo passo la determinazione che assegna i bonus annuali. Premesso che nel 2013 «non risultano all’ufficio sanzioni per responsabilità o disciplinari» inflitte a dirigenti, che evidentemente inciderebbero sull’ammontare del premio, viene «accertato» dall’ufficio che a ciascun dirigente dev’essere assegnata una retribuzione di risultato mensile che parte da 1454 euro per il dirigente di staff e arriva a 3094 per il direttore generale. La somma è riferita a un coefficiente che varia soltanto in rapporto alla funzione. Nessuna valutazione. Infatti nella determina non si fa alcun riferimento alla valutazione delle posizioni individuali, al contrario nel calcolo delle cifre da attribuire conta la gerarchia interna e nient’altro. Ecco quindi che un direttore generale mette in tasca un bonus di circa 35-37 mila euro lordi per dodici mesi di lavoro, mentre un direttore di servizio deve accontentarsi di 25 mila euro. A cosa serve? C’è da chiedersi a che cosa serva pagare questa sorta di cambialone finale all’intero organico dirigenziale, passando per una determinazione scontata e ripetitiva, quando basterebbe semplicemente riconoscere la stessa cifra frazionata mese per mese nella busta-paga. Lo spiega Cristina Malavasi, dirigente regionale e segretario generale della Sidirs, uno dei sindacati della categoria: «La retribuzione di risultato nasce per incentivare il raggiungimento di risultati sul piano amministrativo, sta poi alla politica usare questo strumento in modo corretto per sfruttarne la potenzialità». Colpa della politica. La risposta è chiara, la colpa è di chi non vuole assumersi la responsabilità di valutare, affrontando poi le conseguenze della valutazione: «Ogni assessorato dovrebbe stabilire gli obbiettivi da raggiungere, anzichè fare riferimento a politiche generiche - spiega ancora la sindacalista - per poi accertare se gli obbiettivi sono stati raggiunti. A quel punto i premi scatterebbero su criteri oggettivi». In realtà non esiste alcuna forma di controllo reale, così il premio viene diviso fra tutti per non scontentare nessuno: «Come sindacato abbiamo sempre suggerito di istituire una struttura di valutazione esterna agli uffici - avverte Cristina Malavasi - un organo terzo che accerti se gli obbiettivi sono stati raggiunti. A tutt’oggi non c’è, nessuno l’ha istituita. Quindi si va avanti così, nel disinteresse della politica che a sua volta va avanti senza alcuna forma di verifica su ciò che realizza o non realizza del proprio programma elettorale». Gli stipendi. Le buste-paga dei dirigenti regionali, compresa quella di risultato, nel 2011 - ultima tabella disponibile al servizio trasparenza, nel sito della Regione - andavano da 76 mila a 133 mila euro lordi all’anno. Un premio annuo, chiamato «di rendimento», esiste anche per gli altri dipendenti della Regione e viene assegnato allo stesso modo: nessuna valutazione del merito, della produttività o dell’efficienza. Come dire che un lavativo incassa a pari livello di carriera la stessa paga di uno stakanovista, senza alcun incentivo per la ricerca della qualità nel lavoro. Una forma di retribuzione orizzontale che non aiuta di certo a rendere più efficiente la macchina burocratica della Regione.