Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sesto Senso, rinvio a giudizio chiesto per gestore e dirigente

Fonte: L'Unione Sarda
3 giugno 2014


MONTE URPINU. Claudio Papoff è accusato di omissione d'atti d'ufficio

 


Schiamazzi notturni, musica troppo alta e serate danzanti non autorizzate. Accadeva due anni fa nel locale Sesto Senso di Monte Urpinu. A sostenerlo, stavolta però, non sono i residenti nella zona del Parco Belvedere (che avevano presentato un esposto - denuncia lamentando di non poter chiudere occhio la notte), ma la stessa Procura della Repubblica.
Il pubblico ministero Marco Cocco ha chiesto il rinvio a giudizio per Massimiliano Fontana, cagliaritano di 44 anni, gestore del locale pubblico Sesto Senso a Monte Urpinu (nel 2012), e di Claudio Papoff, 51 anni, dirigente del servizio Ambiente, parchi e verde del Comune; rispettivamente assistiti dagli avvocati Emanuele Foddis e Rodolfo e Federico Meloni.
Secondo la Procura, Fontana, in qualità di legale rappresentante della società Ajo srl, gestore dell'esercizio pubblico Sesto Senso, «abusando di strumenti per la diffusione della musica, nonché suscitando, e comunque non impedendo, gli schiamazzi degli avventori confluiti» nel locale «durante le ore notturne, disturbava il riposo delle persone». Questa la motivazione per la quale gli inquirenti chiedono al giudice per le udienze preliminari Giorgio Altieri che Fontana venga mandato a processo con l'accusa di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone. Inoltre, sempre secondo la Procura, fino al 26 settembre del 2012, il gestore del lounge bar «apriva e teneva aperto l'esercizio per ospitarvi attività di intrattenimento danzante non autorizzate».
Per quanto riguarda il dirigente comunale, invece, questo dovrebbe essere mandato a giudizio perché «ometteva di assumere le iniziative di competenza essendo stato informato» delle serate disco non autorizzate. Ma aveva anche «omesso di avviare le verifiche necessarie». Ovvero accertarsi che il gestore avesse le autorizzazioni per le serate e che i decibel consentissero il riposo dei residenti. E in caso contrario, «sanzionare congruamente». Da qui deriva la richiesta di rinvio a giudizio per omissione d'atti d'ufficio.
Alcuni cittadini, coloro i quali avevano presentato l'esposto denuncia che due anni fa aveva portato all'apertura di un'inchiesta e al sequestro del locale, si sono costituiti parte civile al processo con gli avvocati Pierandrea Setzu, Renato Chiesa, Claudia Mura e Salvatore Musu.
La vicenda, approdata in udienza davanti al gup giovedì scorso, è stata rinviata al 20 giugno. Data in cui il giudice deciderà se prosciogliere i due indagati o mandarli a processo.
Veronica Nedrini