Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Giulini: vi presento il mio progetto Cagliari Zeman in panchina?

Fonte: L'Unione Sarda
30 maggio 2014

 

Enrico Pilia

Deluso, ma pronto a riprovarci. Non lo dice, ma dentro di lui è convinto che arriverà presto una chiamata di riparazione: «Tommaso Giulini, l'aspetto per una chiacchierata». A Cagliari, il numero uno di Fluorsid Group ci vive, si muove con padronanza, sa interpretare l'aria che tira: «Il nostro è un bel progetto, sento che sarebbe piaciuto ai cagliaritani». È giovane, attratto dal calcio vissuto da presidente e da una società «sana come il Cagliari», ha i contatti giusti e i modi per piacere subito. Ma, racconta, «Massimo Cellino ha preferito un'altra offerta». D'altronde, se vendi un quadro a 50 e arriva qualcuno che te ne offre 80, il discorso è chiuso lì. In un hotel della città, l'ex consigliere dell'Inter accetta di ripercorrere gli ultimi mesi “rossoblù”.
Giulini, perché voleva, o vuole, diventare proprietario del Cagliari?
«Adoro il calcio, è la mia passione. Poi mi piace la città, la società economicamente è sana e ha un enorme potenziale».
Quando ha deciso di provarci?
«All'inizio del 2014. A fine gennaio ci siamo conosciuti a Cagliari, da quel momento è cominciata una sorta di due diligence , mesi di studio su Cagliari e sul Cagliari. Fino all'altro giorno, quando credevo di avercela fatta».
Il progetto di Tommaso Giulini.
«Da settimane lavoro con uno dei massimi esperti di calcio in Italia (Zdenek Zeman, secondo indiscrezioni) , ero a casa sua a Roma quando ho ricevuto la notizia della trattativa saltata. È l'unico che insegna il gioco del calcio in Italia. Con lui e il suo 4-3-3 ci saremmo divertiti. Giocatori come Sau, Ibarbo o Conti avrebbero vissuto una stagione importante. Questo tecnico, che ha una predilezione per Vecino, ha un impegno fino a domenica con il Bologna, ma vuole venire a Cagliari. Sono in contatto anche con Mario Beretta, e col suo vice Max Canzi, persone di grande competenza. Credo che questa squadra, per le potenzialità che ha, abbia il dovere di puntare a qualcosa di più, senza stravolgimenti economici. Con lui, arriverebbe un importante direttore sportivo (Peppino Pavone, ex Samp, grande scopritore di talenti) . Avrei confermato tutto lo staff della società, dove non mancano figure di livello con alti valori umani, trasferendo il settore sportivo ad Assemini, mentre la parte amministrativa sarebbe stata ospitata nella nostra sede di via Mameli».
E lo stadio?
«Credo che il Comune stia arrivando a una soluzione. Certo, una volta acquisita la società, ci saremmo seduti attorno a un tavolo e serenamente avremmo aperto il discorso col sindaco: abbiamo cominciato un sondaggio fra alcune società che sarebbero pronte a realizzare un impianto importante, chiavi in mano. Un professionista è a Cagliari da settimane per elaborare un progetto. Pensavo a un biglietto unico e non caro, con le donne e i bambini gratis. Insomma, credo che la questione stadio sarebbe stata risolta al meglio».
Perché non ce l'avete fatta?
«Il presidente ha scelto chi offre molto di più. Noi, per 38 milioni, avremmo rilevato la società e il centro sportivo di Assemini. Gli americani, compreso il terreno di Elmas, leggo che avrebbero chiuso per 80. Ci può stare. Ma noi siamo pronti a rientrare».