Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quei libri ad alto volume

Fonte: L'Unione Sarda
19 maggio 2014


Il Comune assicura: «Abbiamo preso le contromisure e risolto tutti i problemi

 

Schiamazzi e qualche furto alla mediateca di via Pola

 


Silenzio, parla la tesi. Non deve volare una mosca, quando uno studente universitario è in sala lettura, ma c'è biblioteca e biblioteca. Il silenzio è d'oro in quella universitaria, al massimo d'argento in quella comunale, che si chiama Mem (Mediateca del Mediterraneo), aperta due anni fa con il trasferimento da via Newton e frequentata da tutta la popolazione, ragazzini e vecchietti compresi. Capita così che si litighi perché vola la suddetta mosca e l'universitario è spesso nervosetto. A volte capita che la tensione - nel magnifico complesso dal sapore europeo nell'ex mercato di via Pola - raggiunga livelli di guardia: frequentatori aggressivi, ragazzini che fanno squillare i telefoni per disturbare chi legge o rubano i giornali.
Qualcuno - in una mail a L'Unione Sarda - sostiene che talvolta accada di peggio: ad esempio, che gli armadietti per il pubblico siano usati per nascondere refurtiva. Roba da carabinieri, che difatti alla Mem ci sono andati più di una volta. Ora, per ottenere la chiave dell'armadietto, si deve mostrare un documento. Mem terra di nessuno? «Non scherziamo», sorride Gian Battista Marotto, dirigente dell'assessorato alla Cultura. «È tutto sotto il livello di guardia», assicura Dolores Melis, il funzionario che sovrintende la Mem, «tenendo conto che qui sono concentrati biblioteca centrale, biblioteca ragazzi, mediateca, archivio storico comunale, emeroteca, infopoint culturale, archivio multimediale e sala Internet, e tra poco sarà aperto anche l'ultimo piano. Certo, a volte si fatica a trovare gli equilibri». Una guardia giurata potrebbe essere la soluzione? La funzionaria scuote la testa: «Riusciamo a governare la situazione. Qualche maleducato è stato punito con la sospensione, la questione della refurtiva negli armadietti è solo un sospetto, perché abbiamo trovato alcune confezioni di occhiali». Lo spirito, spiega Melis, è opposto alla filosofia della biblioteca universitaria: «Quello è un posto esclusivo, com'è giusto che sia, mentre la Mem è inclusiva: il nostro scopo è far entrare tutti, soprattutto i ragazzini, e la presenza di una guardia contrasterebbe con l'atmosfera di coinvolgimento».
LO SPAZIO Gestita per conto del Comune da un'associazione temporanea di imprese con alcuni spazi affidati a Camù, Cineteca sarda e Umanitaria, la Mem viaggia sui 90mila prestiti l'anno e una media di 350 presenze al giorno. Al centro c'è un bar dove s'incontrano tutte le generazioni: liceali, universitari, cittadini, anziani. «È una biblioteca sociale», sottolinea il dirigente Marotto, «ed è in centro: capita che passi qualche sfaccendato rumoroso, ma capita soprattutto che ragazzini e altri cittadini siano attratti ed entrino. Ogni volta è una vittoria». Secondo Marotto, «il controllo sociale funziona: gli utenti seri, cioè quasi tutti, governano i pochi disturbatori, che perdono sempre. Questa è una comunità».
Luigi Almiento