Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Dobbiamo dargli fiducia e puntare sul turismo»

Fonte: L'Unione Sarda
12 gennaio 2009

Fra la gente alla Fiera: tanti i delusi da Soru, i giovani in prevalenza, fortissima «la speranza di un cambiamento» 



“Quelli che … peggio Soru”. E ce l'hanno stampato sulle magliette, il cotone è rosso e la scritta bianca. Alla Fiera di Cagliari, ben prima che il candidato governatore arrivi scortato dal premier, si capisce subito quale aria tiri. Trovare indecisi è un'impresa, il «popolo di Silvio» - come si ribattezzano i più giovani - non ha bisogno di essere convinto. «Soru a casa», si ripete nel parterre, zeppo di gente già dalle 4 del pomeriggio, un'ora prima che scatti il via alla campagna elettorale del centrodestra. Alla fine, saranno 8 mila, nel padiglione E, pieno di famiglie e bandiere, di cori, musica e applausi.
CONTRO IL PPR Prima e dopo la convention cambia poco. Gli umori sono sempre gli stessi, le certezze anche, granitiche e spiegate con certosina pazienza. Come fa Giovanni Marreddu, 70 anni, pensionato: «Voto Cappellacci - dice - perché Soru ha ridotto la Sardegna sul lastrico. Siamo tutti d'accordo con la tutela dell'ambiente. Ma l'ex presidente non può dare il buon esempio: ha una casa sul mare. Dovrebbe prima distruggerla con la ruspa, poi ne possiamo riparlare». Il tema del Piano paesaggistico tiene banco tra la folla, convertendosi in un totem al contrario. «Per carità - commenta Gianni Bellucci, 53 anni, ristoratore di Pula - col Ppr Soru ha svenduto la nostra Isola ai Ligresti e ai Colaninno. Parla con accento sardo, ma non fa i nostri interessi. Lui sì che è un colonizzatore. Un esempio? La sede di Tiscali. Sono quattro cassonetti di cemento in uno degli stagni più belli». Ettore Pili, 57 anni, operatore della nautica, gli fa eco: Condivido. Col Ppr è stato rovinato quel poco di buono che vantava la Sardegna: il turismo. È stata affossata l'edilizia e tutto l'indotto».
GIOVANI E LAVORO Gli under venticinque sono accomodati a un tiro di schioppo dal palco, e più che bastonare la politica del centrosinistra, lanciano proposte a Cappellacci. Cesare Meli, 23 anni, è arrivato da Oristano: «I giovani hanno bisogno di lavoro, è il primo problema da affrontare». Non la pensa diversamente Alessio Sechi, 22 anni, studente di Architettura: «Il dramma della disoccupazione non si risolve bloccando lo sviluppo e mettendo i sigilli alle coste. Nella salvaguardia ambientale è la qualità delle costruzioni che deve fare la differenza». Da Nuoro ha raggiunto Cagliari Davide Pani, 18 anni: «In questi giorni mi sono informato su Cappellacci e trovo che abbia il profilo giusto per aiutare la Sardegna. Dobbiamo puntare sul turismo per uscire dalla crisi, siamo molto indietro rispetto al resto d'Italia. Soru ha troppe proprietà, per non pensare che governi senza difendere prima di tutto i suoi interessi». Maria Giovanna Uccheddu «da futura imprenditrice del settore vacanziero», chiede proprio «un modello di sviluppo per l'Isola, visto che il Ppr ha solo portato mortificazione».
LE SPERANZE La paura del domani, però, non sembra avere a che fare con l'età. «Ci sono troppi settori in crisi, non possiamo stare tranquilli», chiarisce Luca Angioni, 38 anni, operaio metalmeccanico a Sarroch, «i miei colleghi comunisti - fa notare - mi dicono che io non devo votare per la destra. Ma io ne vado orgoglioso. E sono sicuro che Berlusconi manterrà la promessa di salvare la chimica, l'ha sempre fatto». Vittorio Marongiu, 53 anni, maestro di arti marziali, non ha dubbi: «Cappellacci, da assessore al Comune di Cagliari, ha dimostrato di essere una persona capace. Dobbiamo dargli fiducia. Non è vero che è stato imposto da Berlusconi, l'ha votato tutta la coalizione. Come lo so? Conosco molte persone, anche politici, e mi hanno spiegato le ragioni della sua candidatura. Viene dal mondo del lavoro, è giovane, aiuterà alla Sardegna». Gesuino Melis, 67 anni, pensionato, fa spallucce: «Con Soru siamo arrivati alla frutta, è ora di cambiare». Daniela Cotza, 48 anni, è arrivata da Sant'Antioco per sentire la “prima” di Cappellacci: «Deve liberalizzare le vie del mare e migliorare la continuità territoriale. Cos'ha fatto Soru? Un paio di strade. Ma contro la Tirrenia, che sarebbe giusto mandarla via, ha fallito».
ALESSANDRA CARTA

11/01/2009