Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, lavori a rilento

Fonte: La Nuova Sardegna
12 gennaio 2009

DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Il Comune attende l’esito delle elezioni regionali




CAGLIARI. Le elezioni regionali toccano anche Tuvixeddu. In Comune aspettano l’esito delle elezioni per verificare che cosa succederà. L’amministrazione municipale aveva infatti fatto ricorso contro il blocco imposto dalla Regione. «Per noi le questioni non sono politiche - sottolinea invece Giuseppe Cualbu, amministratore della Coimpresa, la società interessata alla lottizzazione integrata sul colle - esiste un accordo di programma che va rispettato, indipendentemente da chi guida la Regione». Dal 4 dicembre sono ripresi i lavori edili da pare dell’impresa che, nello stesso tempo, afferma di «stare quantificando i danni che gli interventi della Regione ci hanno causato».
Il 12 novembre i giudici del Consiglio di Stato non avevano confermato l’ordinanza del Tar, che aveva accettato il ricorso del gruppo Cualbu e del Comune contro il blocco di tre mesi dei lavori (voluto dalla Regione). Nello stesso tempo, però, erano stati precisati i tempi del blocco: sino e non oltre il 4 dicembre. E questo perchè la decisione della Giunta regionale era stata votata il 4 settembre scorso.
La storia-scontro dura dal gennaio del 2007. Da un lato c’è la Regione che vorrebbe la tutela integrale di tutto Tuvixeddu, al cui interno si trova la necropoli punico romana più grande del Mediterraneo; dall’altro c’è la Coimpresa e il Comune, che chiedono l’applicazione dell’accordo di programma firmato nel 2000 (e siglato anche dalla Giunta regionale di allora). L’esecutivo di Renato Soru, nell’ottobre scorso, ha fatto alla Coimpresa una proposta di transazione: quindici milioni, più permute con edifici ed aree in viale Colombo e l’ex Enalc hotel di piazza Giovanni XXIII in cambio della rinuncia alla lottizzazione. «Da parte nostra - ribadisce Giuseppe Cualbu - abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere sul valore delle aree (la Coimpresa ha ceduto al Comune circa quaranta ettari sul colle di Tuvixeddu - ndr) e sul pregiudizio subito dalla nostra società per la lunga chiusura dei cantieri voluta dalla Regione sin dal gennaio 2007. Infine abbiamo formulato la richiesta di avere chiarimenti sui presupposti tecnico-giuridici dell’utilizzazione delle aree e degli immobili che ci sono stati proposti, con relativa tempistica per la loro utilizzazione. A quel punto la Regione non ha più dato alcuna risposta». L’amministrazione regionale ha invece precisato che una volta fatta la proposta, spetta agli uffici il compito dell’istruttoria.
L’accordo di programma del 2000 prevedeva: ventitrè ettari di parco archeologico naturalistco per la necropoli e una serie di edificazioni (400 in tutto) da realizzare in un’altra parte di Tuvixeddu, 263 in via Is Maglias e 140 a Tuvumannu (il colle già quasi del tutto scomparso per le lottizzazioni). L’intesa teneva conto sia degli interessi del Pubblico (il Comune voleva riqualificare l’area e dimezzare un grosso debito pregresso, per espropri irregolari, rilevato dalla Coimpresa), che del privato che avrebbe guadagnato dalla vendita degli appartamenti fatti costruire. Col passare degli anni, però, alla sensibilità ambientale si è aggiunta quella paesaggistica, ratificata dal Codice Urbani del 2004, che dà al paesaggio un valore «culturale non commercializzabile». Non solo difesa dell’ambiente, quindi, ma tutela del paesaggio come sedimentazione del vissuto di chi vi abita.
Infine si dovrà attendere la sentenza del Tar del prossimo 19 febbraio, incentrata su un esposto fatto a sua tempo dagli ambientalisti, che potrebbe bloccare tutto. (r.p.)