Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quei carri coperti dai fiori e trainati da buoi superbi

Fonte: L'Unione Sarda
2 maggio 2014


Sono 18, arrivano da Campidano, Trexenta, Parteolla e Sulcis

 




di Andrea Piras

C ome tutte le feste, come ogni grande festa, non mancheranno le traccas. Saranno diciotto, in questa 358esima edizione della sagra di Sant'Efisio, i carri addobbati che attraverseranno Cagliari, condividendo il “cammino cittadino” con i gruppi folk, i cinque plotoni di miliziani che schiereranno una settantina di militari , le quindici formazioni di musicisti composte ognuna da dieci, quindici artisti, i 198 cavalieri. E su quei carri trainati dai buoi, troveranno posto 220 devoti, i fedeli al santo. Al Martire guerriero. Traccas trainate da animali maestosi arrivate dal Campidano, dalla Trexenta, dal Parteolla, dal Basso Sulcis. E l'immensa sfilata si ripeterà: con Pula e i carri di Gianfranco Abis e Giulio Piddiu, Villa San Pietro (Giuseppe Melis e Luigia Fadda), Sinnai (Luigi Mereu) e Quartu (Libero Sunda, Giovanni Patteri, Marilino Manca, Kathia Frau, Pierluigi Ibba), Serdiana (Felice Baldussi), Guasila (Graziella Melis), Elmas (Danilo Loi), Quartucciu (Carlo Atzeni), Selargius (Giuseppe Osmano). Ma anche Mogoro, con la tracca di Sisinnio Melis.
E poi loro, i gioghi dei confratelli che ancora una volta avranno l'onore di trainare il cocchio di Sant'Efis. Il Santo. Antonio Satta di Domusnovas lo fa dal 1988. Così Damiano Etzi di Pula, così Gianni Cabras di Monserrato. «Per noi una vera garanzia», ha sottolineato più volte il primo guardiano e presidente dell'Arciconfraternita, Mario Maffa.
Gianni Cabras attende con ansia e passione il 4 pomeriggio, quando legherà il giogo dei buoi (suoi e del fratello Efisio) al cocchio di Sant'Efisio. Lo farà a Villa d'Orri, la grande casa dei Manca di Villahermosa, tappa storica nel lungo viaggio del Santo da Cagliari a Pula e viceversa. «Alla festa la mia famiglia partecipa da parecchi anni, esattamente dal 1992, ed è ancora un'indescrivibile, fortissima emozione che non cambia, ma anzi si rafforza con passare del tempo», dice il confratello di Monserrato. La stessa che coinvolge gli altri proprietari dei gioghi chiamati al compito delicatissimo di accompagnare il cocchio.
Igor Piddiu ha 31 anni e una voglia matta di trasferire i suoi sentimenti al figlio che nascerà tra qualche mese. «La mia famiglia - ricorda - segue la sagra da una vita. Lo faremo anche quest'anno, insieme a mio padre».
E da oltre un secolo a condurre in processione il cocchio e accompagnare il santo dentro Pula e fino alla chiesetta di Nora, il tempio eretto sul luogo del martirio, sarà la famiglia Zucca. «Lo prendiamo in consegna a mezzogiorno del 2 maggio, sul ponte del rio Pula, dalla famiglia Lecca e lo riconsegniamo il 4 mattina sempre ai Lecca», spiega Daniele Zucca, il più grande dell'ultima generazione di una famiglia che affiderà il delicato compito ai cugini più giovani che stanno incalzando. Una tradizione, questa dei Zucca, che si perde nel tempo e attraversa oltre cent'anni di storia. «Mio bisnonno Giuseppe - ricorda Daniele, oggi trentunenne - offrì ospitalità al conducente del carro che accompagnava il Santo da Cagliari a Pula e a Nora, e da allora la mia famiglia ha l'onore di guidare il carro di campagna che trasporta il cocchio dentro il nostro paese». Insomma, fu grazie a Giuseppe Zucca e alla sua disponibilità ad accogliere nella propria casa su carradori , concedendo anche un riparo per il cocchio di Sant'Efisio, che i Zucca, da allora, non hanno mai smesso di partecipare attivamente e in modo così importante alla festa del Martire guerriero, il soldato diventato cristiano e per questo decapitato. «Dopo mio bisnonno l'impegno passò nelle mani di nonno Efisio e poi ancora di mio padre Giampietro e dei suoi fratelli Vittorio e Francesco», dice Daniele Zucca, il presente ma anche il futuro, insieme ai cugini, di questa tradizione cominciata nell'Ottocento.
Insomma, se grande è l'amore per il Santo della Sardegna da parte di chi ha «l'immensa fortuna di accompagnare il cocchio per un tratto del suo lungo percorso», altrettanto lo è la passione e l'atto di fede di chi tira le redini delle traccas. Saranno ancora una volta i carri multicolori, quasi nascosti sotto corone e mazzi di fiori, a far grande la festa, ad aprire il cammino, la processione. Il fiume di fedeli che attraverserà Cagliari. «Le traccas - spiega Ottavio Nieddu, organizzatore della parte folcloristica della sagra di Sant'Efisio - si muoveranno fondamentalmente dentro la città, fino alla semoleria, anche se molti proprietari, spontaneamente, accompagneranno il santo fino a Giorgino». Come altre volte, decisi a non fermarsi, desiderosi che quel giorno, la mattina del Primo Maggio, non debba passare.