Comune. Approvato dall'esecutivo il regolamento per i mercatini agricoli in città
Nello spazio vendita di via Po (Uil) ci sarà anche il pesce
Potranno essere venduti solo beni prodotti nella vecchia provincia di Cagliari.
Gli anglofili lo chiamano farmer market , per gli italianisti, invece, è mercato contadino; i legislatori, infine, lo chiamano “mercato degli imprenditori agricoli a vendita diretta”. Ma le dispute lessicali contano poco. Molto più importante è il fatto che anche Cagliari ha un suo regolamento per la gestione dei mercati. La Giunta ha già approvato la delibera che contiene il regolamento; adesso, dopo l'analisi da parte della commissione competente, si dovrà attendere il voto da parte del Consiglio per la sua definitiva entrata in vigore.
LA SITUAZIONE Questo, però, non ha impedito ad alcuni mercati di entrare già in funzione: la Coldiretti ha avviato l'esperimento pilota al porto, la Uil ha ormai un appuntamento settimanale, il sabato, nei parcheggi della sua sede, in via Po. Esperimenti pilota che hanno già dato risultati incoraggianti. «Abbiamo avuto», racconta il segretario regionale della Uimec-Uil Ignazio Cirronis, «qualche problema soltanto nella prima giornata: quella mattina un fortissimo vento ci ha impedito di fissare i cartelli di segnalazione. Un fatto che ha creato un po' di confusione tra i consumatori». Problema risolto. Al punto che l'appuntamento del sabato è diventato obbligatorio per molti cagliaritani. «E ora puntiamo a offrire qualcosa di più: forse già da questo sabato potremo avere il pesce. Stiamo anche lavorando per avere prodotti che siano in qualche modo complementari: il pane, per fare un esempio». E i cagliaritani apprezzano la novità. «Vengono perché hanno la certezza della provenienza dei prodotti». E, in un periodo di crisi, danno un'occhiata al portafoglio. «Il risparmio si aggira intorno al trenta per cento».
I VANTAGGI In realtà, si può risparmiare anche di più. Le associazioni dei produttori sono allettate dal fatto di poter operare in un mercato grande come quello cagliaritano. «Dopo alcuni incontri con la Giunta», interviene Giorgio Piras, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori, «abbiamo deciso di operare anche a Cagliari». I produttori avranno un nuovo mercato. E i consumatori? «Avranno la certezza di acquistare esclusivamente prodotti locali. E queste iniziative finiscono con il calmierare i prezzi». Qualche esempio: le zucchine che nei tradizionali mercati vengono vendute a 2,60 euro, si possono trovare al massimo a 1,20 euro; le clementine a 80 centesimi rispetto a 1,30 euro. In termini tecnici, si parla di accorciamento della filiera: il prodotto arriva direttamente al consumatore senza troppi passaggi. E, dunque, senza nessun ricarico economico.
I PRODUTTORI Sembra quasi la quadratura del cerchio. «L'abbattimento della filiera», puntualizza Gigi Picciau, presidente provinciale della Confagricoltura, «permette di dividere tra i produttori e i consumatori il margine che si recupera evitando tutti i passaggi intermedi». Anche la Confagricoltura punta a operare su Cagliari. «Stiamo lavorando su un progetto comune con la Cia. Sia chiaro, pensiamo a un qualcosa di serio, non certo a qualche bancarella piazzata qua e la».
IL REGOLAMENTO I primi a usufruire potrebbero gli abitanti di Mulinu Becciu. «Abbiamo avuto», svela l'assessore alle Attività produttive Paolo Carta, «una richiesta in questo senso da parte della Circoscrizione». Il mercato non violerebbe il regolamento che presto entrerà in vigore. «La regola stabilisce che i mercati agricoli siano distanti almeno un chilometro dai mercati comunali al dettaglio». Il regolamento stabilisce una serie di dettami tecnici. E anche alcuni punti qualificanti: il fatto, per esempio, che i prodotti possano arrivare esclusivamente dai territori della vecchia provincia di Cagliari (quindi, sono compresi il Sulcis Iglesiente e il Medio Campidano). Importante anche il fatto che sui prezzi vigileranno i funzionari comunali.
MARCELLO COCCO
09/01/2009