«Non è vero che la Giunta si sia dimenticata della Gallura»
Renato Soru ha iniziato ieri il suo tour elettorale in Gallura. Oggi il governatore uscente sarà a Olbia.
DAL NOSTRO INVIATO
GIUSEPPE MELONI
TEMPIO PAUSANIA Andare a sfidare Berlusconi in Gallura è un po' come giocare in trasferta, entrare allo zoo per tirare la coda al leone. Renato Soru sceglie Tempio (che però, nella realtà gallurese, è la meno berlusconiana) per alzare il tiro sul Cavaliere: i cenni polemici del discorso della Fiera diventano stavolta quasi un'invettiva. Si era capito: il governatore, che continua a non nominare Ugo Cappellacci, mira a trasformare la campagna elettorale in un derby tra se stesso e il premier.
Ma il viaggio di Soru nel nord-est (iniziato in mattinata a Bortigiadas: oggi sarà a Olbia e domani a Caprera) mira anche ad altri due obiettivi. Ribadire la coesione del centrosinistra, anzitutto: «Siamo davvero uniti - giura il presidente - attorno a un'idea di Sardegna diversa da quella del centrodestra». E poi provare a smentire una convinzione molto radicata: «Che in questi anni ci siamo dimenticati della Gallura. Non è vero», insiste, elencando le cose fatte dalla sua Giunta per i vari centri. Una parte del ragionamento che però lo porta a toccare con mano il tradizionale campanilismo di queste latitudini.
LA COALIZIONE Come martedì a Cagliari, Soru parla esattamente per 60 minuti, senza mai guardare l'orologio. E come martedì inizia citando l'alleanza. Lo fa prendendo spunto da uno degli interventi d'apertura, che citava le divisioni nel partito: il governatore risponde che «ora ci stiamo presentando davvero uniti agli elettori. Sulle cose da fare, e sull'idea che la politica sia un servizio per gli altri».
Non bisogna avere paura delle discussioni, spiega il candidato del centrosinistra, «purché poi finiscano. Semmai, bisogna preoccuparsi là dove non si discute. Dove uno alza il telefono, chiama tutti a casa sua e dice come stanno le cose».
IL PREMIER Prima stoccata verso Silvio Berlusconi. Il fioretto utilizzato nel discorso inaugurale del 6 gennaio ha lasciato il posto alla clava. «Questo presidente del Consiglio, quando andai a parlare delle entrate fiscali, mi raccontò del giardino di casa sua. Salvo, pochi giorni dopo, fare ulteriori concessioni alla Sicilia anziché a noi».
Non solo: il leader nazionale del centrodestra, secondo Soru, è responsabile di «aver tolto cinque parlamentari all'Isola», inserendo candidati non sardi nelle liste elettorali. Oltre a «non avermi fatto neppure una telefonata quando in Sardegna sono accaduti terribili disastri naturali».
GLI SLOGAN La polemica antiberlusconiana è funzionale al concetto centrale della campagna elettorale: «Non dobbiamo affidarci a chi viene dal mare. La Sardegna deve pensare di farcela da sola, e andare a testa alta: è il tempo delle responsabilità e dei diritti». E' l'idea di Sardegna del centrosinistra, ripete Soru. Gli elettori devono scegliere tra questa e «quella delle pacche sulle spalle, dei sorrisi, di chi pensa solo al suo tornaconto».
LA GALLURA Ai circa 400 presenti nell'Ufficio turistico di piazza Mercato, il candidato presidente chiede nuova fiducia anche per quel che la Giunta ha fatto per loro: un nuovo ospedale pubblico a Olbia e presto uno privato (il San Raffaele), la riconversione alla Maddalena. Le strade: la Olbia-Arzachena e «la Olbia-Sassari, determinante per il nord Sardegna».
Ed è qui che dal pubblico un tempiese gli fa notare che «nel nord non c'è solo Olbia». Un'altra voce chiede strade anche per Santa Teresa. «Il suo intervento - ribatte Soru al primo interlocutore - mi ricorda che abbiamo fatto bene a recuperare 160 milioni di euro per la Tempio-Olbia». Risposta pronta, e applausi immediati, ma il messaggio che emerge dallo scambio di battute è chiaro: la Gallura, per il centrosinistra, resta una sfida ad alto rischio.
09/01/2009