Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le scelte del terzo guardiano

Fonte: L'Unione Sarda
17 aprile 2014

 Le scelte sono state fatte a gennaio quando il primo guardiano, presidente dell'Arciconfraternita del Gonfalone che organizza la festa del primo maggio, con il Consiglio di amministrazione ha vagliato e sottoposto al parere della Guardiania le richieste dei nuovi adepti. Per essere ammessi nel gruppo ristretto della Guardiania di Sant'Efisio occorre essere confratelli e si deve “esemplarmente ottemperare” a tutti gli obblighi connessi allo stato di ogni professo: cioè rendere visibile l'attaccamento all'Arciconfraternita, frequentare con regolarità le celebrazioni liturgiche, testimoniare la propria fede in ogni ambiente e in ogni occasione. A scortare ogni anno il cocchio del Santo sono un centinaio di guardiani. «Divisi in cinque gruppi», spiega il primo guardiano Mario Maffa, «composti ciascuno da venti confratelli». Rappresentano i quartieri, in primo luogo quelli storici: «Ciascuno con il proprio vessillo di appartenenza». Ma tutto, della festa, deve essere vagliato dal terzo guardiano (il Rappresentante della sagra), eletto anno per anno dall'Assemblea della guardiania.
Il terzo guardiano per il 2014 è Marco Marinaro, scelto per “ideoneità fisica, dignità e prestigio, capacità organizzativa e grande ascendente con i componenti la Guardiania”. Marinaro dovrà partecipare personalmente alla festa e “cavalcare dignitosamente”. Spetta al terzo guardiano organizzare tutti i festeggiamenti in onore del Santo: dopo l'insediamento della Guardiania (19 marzo), quelli dal primo al 4 maggio e del 25 maggio (chiusura dei novenari). Il Rappresentante della sagra collabora con il primo guardiano, che resta il principale responsabile di ogni attività dell'Arciconfraternita, e con gli altri funzionari, in questi giorni impegnati a definire i dettagli della manifestazione. Le competenze reciproche sono stabilite da un accordo che si rinnova anno dopo anno. Perché la manifestazione, pur nella sua immutabile liturgia, ha sempre un sapore e un'intensità diversi.
Pietro Picciau