Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sventato lo scippo di 2 miliardi

Fonte: La Nuova Sardegna
11 aprile 2014



CAGLIARI Il primo no di Pigliaru allo Stato è arrivato nella seconda parte della sua missione d’esordio fra i tavoli infiniti dei ministeri romani. È accaduto quando il presidente della Regione si è rifiutato di sottoscrivere l’intesa sul Programma delle infrastrutture strategiche. Non è un documento di poco conto, nei fatti è la Bibbia delle opere pubbliche (allegata al Documento economico finanziario del governo Renzi) con cui poi l’Italia si presenterà a Bruxelles per chiedere l finanziamenti. Con la strada spianata dal lavoro preparatorio dell’assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, che mercoledì aveva annunciato il veto preventivo della Sardegna, a quel punto Pigliaru ha detto no. No, secco, a un Programma in cui la Sardegna era trattata malissimo nelle opere strategiche di interesse nazionale, con evidenti errori ad esempio negli appalti sulle strade, compresa la Sassari-Olbia e un possibile danno di due miliardi. Con quegli strafalcioni sull’originale, sarebbero stato difficile ottenere i finanziamenti da Bruxelles e sarebbe stato alto il rischio di essere sbattuti in terza fila per far posto alle Regioni più forti. Denunciato questo primo pericolo, Pigliaru ha poi aggiunto: «Nel Programma non è stato recepito neanche l’accordo fra Stato e Regione per far fronte alle emergenze dopo l’alluvione di novembre ed è inaccettabile». Saltato fuori il secondo errore, poi chiamato mancato aggiornamento, il governatore ha avuto quello che voleva: il rinvio di una settimana dell’intesa (se tutte le Regioni non sono d’accordo si blocca l’iter) per permettere al ministero di «apportare le necessarie correzioni». L’atto di forza. «Ci siamo opposti alla firma – è stata la dichiarazione a caldo del governatore – per far rispettare le prerogative della nostra Regione». Non deve essere stato facile se lo stesso Pigliaru ha voluto poi ricordare che «nonostante la maggior parte delle Regioni volessero firmare subito, con la nostra presa di posizione abbiamo ottenuto rinvio e aggiornamento». Mediazione. Si sa: Pigliaru non è un governatore dalle parole forti, per intenderci stile Cappellacci-capopopolo – e così nello stessa dichiarazione ha precisato: «È stato grazie alla mediazione della nostra Regione (e la sottolineatura è proprio su mediazione) che da ieri con lo Stato si è aperta una fase di opportuno negoziato». Dichiarazione sottoscritta anche da Gianmario Demuro, l’assessore alle riforme, presente alla Conferenza e che tra l’altro poco prima aveva ricevuto la delega di rappresentare al tavolo anche la Provincia autonoma di Trento. La diplomazia. La strategia di Francesco Pigliaru è chiara: non vuole subito lo scontro muscolare con il governo, come ha fatto in passato e spesso a ragione Cappellacci, vuole trovare prima un punto d’incontro tecnico e poi semmai buttarla in politica aspra. Ma solo se serve ed è indispensabile. (ua)