Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Michael Nyman, regista minimale e un po’ ripetitivo

Fonte: La Nuova Sardegna
31 marzo 2014


A Cagliari presenta i suoi filmati raccolti in giro per il mondo
E dietro le quinte si incanta per le pietre sonore di Sciola


 


di Gabriele Balloi

CAGLIARI La domanda poteva essere: Nyman, esponente del minimalismo in musica, sarà forse altrettanto minimalista come videomaker? La risposta è affermativa. Decisamente affermativa. “Cine Opera”, lo spettacolo che l’ha visto protagonista giovedì sera all’Auditorium del Conservatorio – ospite per il festival carlofortino Creuza de Mà dedicato al rapporto fra musica e cinema – mette insieme alcune riprese, amatoriali e non, che lui stesso ha girato per il mondo negli ultimi quindici anni. Soltanto una selezione, ovviamente, dall’omonimo dvd. Sul palco, da solo col pianoforte. O nemmeno quello. Come nel primo episodio “No Bull”, unica sequenza di immagini accompagnata dalla registrazione di un brano orchestrale, estrapolato da “Wonderland”. Una serie pressoché ripetitiva e ipnotica di inquadrature. Ripetitiva, come il lavoro degli addetti a sistemare l’arena su cui ha appena avuto luogo una corrida. Non c’è sangue né violenza. C’è solo il meticoloso andirivieni di uomini, in uniforme rossa, ad assettare il terreno. Quale sia l’intento estetico/poetico di Michael Nyman si intuisce fin dall’inizio. Il compositore britannico non è un vero e proprio regista. Ci prova, a suo modo. Ma quasi due ore di “filmati minimalisti” richiedono al pubblico una concentrazione piuttosto ardua da mantenere. Si sottovalutano i fisiologici cali dell’attenzione. Si aggiunga che Nyman non è poi esattamente un eccelso pianista. Esecutore diciamo senza pretese, dalla mano pesante, a cui di tanto in tanto capita pure qualche pasticcio: perdonabile al maestro settantenne che, in fondo, neppure dimostra la sua età. L’idea di partenza, ad ogni modo, rimane buona se non addirittura ottima. I risultati purtroppo meno. A funzionare, tuttavia, è per esempio “Slow Walkers”, dove Nyman coglie l’andatura incerta, difficoltosa, tentennante e lentissima di alcuni anziani. Li segue con sguardo tenero, partecipe, e vi sovrappone la colonna sonora di “Gattaca”, una delle sue più riuscite. Nel raffinato film di Andrew Niccol, i due protagonisti Ethan Hawke e Jude Law sognavano di andare su Titano, una delle lune di Saturno; gli anziani sperano invece, più prosaicamente, di attraversare incolumi la strada. Il parallelismo è insieme ironico e commovente. La stessa “poesia”, però, non si ripete sempre appieno negli altri filmati. Dal contatto fra i due vagoni d’un treno in viaggio (che Nyman intitola “Love Train”), al gioco della morra. Dalle vittime della Shoah, agli orizzonti sul mare e sulla terra. Il tutto con un mix fra le musiche di “Lezioni di piano”, “Il diario di Anna Frank”, “The Claim”, “The end of the affair” e così via. Piuttosto interessante si rivela, più che altro, l’esperimento su “À propos de Nice” (1930), breve film in bianco e nero di Jean Vigo, piccola grande perla nella storia del cinema. Come in “Slow Walkers”, pure qua i motivi limpidi e ciclici di Nyman, facenti perno ora più sulla melodia ora più sul ritmo, accompagnano per mano l’ascoltatore in scene di vita quotidiana, forse banali per l’inizio del secolo scorso, ma che osservate con occhi odierni fanno sorridere e “incantano” al contempo. Forse valeva resistere ad una certa monotonia, almeno per queste oasi contemplative, che ci ricordano il valore del motto ungarettiano, per cui l’arte può aiutarci ad andare oltre la superficie della realtà, e a cogliere il poetico nel “non-poetico”. E prima di salire sul palco Nyman ha trovato il tempo per assistere ad un altro concerto, improvvisato in camerino da Pinuccio Sciola, che per il compositore inglese ha fatto vibrare le sue pedras sonadoras. Nyman ha ascoltato da prima incuriosito e poi rapito: “That’ incredible”, ha esclamato. Per lui una autentica piacevole sorpresa.