Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Come smaltire quei 568 contenitori

Fonte: L'Unione Sarda
31 marzo 2014


 

Sequestrato lo stabilimento della Ecobonifiche ora in Procura già si pensa a come disinnescare la bomba ecologica. Nessuno può entrare nel capannone, dopo i sigilli sistemati dagli uomini della Forestale e poi convalidati dal Gip Cristina Ornano.
Nelle prossime ore, però, gli investigatori e le autorità sanitarie dell'Arpas e della Provincia stileranno un piano d'intervento per bonificare il sito che, da metà marzo, è in stato di completo abbandono e trasformato in una discarica con oltre 1100 metri cubi di rifiuti tossico nocivi accumulati che, adesso, dovranno essere eliminati e stoccati per renderli inoffensivi.
La Procura, elaborato il piano d'intervento, concederà il nullaosta alle squadre di operai che verranno chiamati a ripulire le vasche d'acciaio colme di rifiuti oleosi da portare via. Sono 568 contenitori in plastica da un metro cubo ciascuno, riempiti con fanghi.
Stando alle indiscrezioni potrebbero essere due le soluzioni adottabili: una prevede l'intimazione al responsabile della società Ecobonifiche, ora indagato, di occuparsi direttamente del ripristino del proprio sito di Grogastu, nella zona industriale di Macchiareddu. Il tutto sotto la supervisione degli esperti dell'Arpas e della Provincia. L'altra, invece, punterebbe all'incameramento delle fideiussioni che l'azienda avrebbe sottoscritto per occuparsi dell'attività di bonifica. In ogni caso, la Procura col pm Marco Cocco ha ordinato una vigilanza sui sigilli così da scongiurare pericoli a persone e all'ambiente.
Francesco Pinna