Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Scala di Ferro, uffici vuoti nel cuore del centro storico

Fonte: L'Unione Sarda
24 marzo 2014


L'edificio è chiuso, i proprietari cercano un'intesa con il Comune

 


Un altro scheletro di cemento nel cuore della città. Da quando la Prefettura ha trasferito gli uffici nell'ex Tribunale militare di viale Buoncammino, l'ex Scala di Ferro - un tempo fortezza, poi albergo, riparo di fortuna di disperati, discarica a cielo aperto e, infine, sede del rappresentante del Governo - è desolatamente vuoto. La ScaFe (la società proprietaria che fa riferimento alla famiglia Mambrini), le sta tentando tutte pur di «mettere a reddito» la struttura costata decine di milioni di euro per l'acquisto e il recupero. Senza successo.
ABBANDONO L'ingresso principale, di fronte al Comando militare di via Torino, mostra i segni dell'incuria. La guardiola un tempo occupata dalla Polizia ha i vetri coperti col cartone. Lo scivolo è diventato un parcheggio per moto. Nel piazzale tra le lastre di cemento spunta la gramigna. «Con la Prefettura avevamo un contratto di sei anni per l'affitto di 12 mila metri quadri per i quali ci versavano 180 mila euro», spiega Luca Mabrini socio della ScaFe. «Nel 2011, come previsto nell'accordo, ci hanno dato i sei mesi di preavviso e rescisso il patto». Da allora l'edificio rappresenta una passività nei bilanci della società. «Non è stato certo il miglior investimento della famiglia. Per fortuna riusciamo ad assorbire le spese». Quanto avete speso per l'acquisto e il recupero? «L'immobile è costato circa sette miliardi di lire. Per la ristrutturazione sono stati impiegati 17 milioni di euro». Quali sono le altre spese? «I conti sono presto fatti: paghiamo 1,2 milioni di euro all'anno di mutuo, ai quali vanno aggiunti 180 mila euro di Imu».
L'INCONTRO Quale sarà il futuro dello storico edificio? «Immediatamente dopo l'abbandono da parte della Prefettura dell'immobile abbiamo avuto contatti con il sindaco Massimo Zedda e l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau», racconta Mabrini. «Abbiamo dato la nostra disponibilità affinché sia utile alla città. Senza contare che dobbiamo ancora formalizzare la cessione al Comune della zona museale di 1.162 metri quadri che si affaccia in via Porcile». Avete chiesto il cambio di destinazione d'uso dell'ex prefettura? «Sì, ma sempre in funzione di eventuali esigenze dell'amministrazione». Quali sono i programmi? «Vorremmo dividere lo stabile in tre tipologie: la prima destinata a uffici privati; la seconda in abitazioni e commerciale; la terza in centro per anziani. Soluzioni rese possibili anche da un parcheggio con 65 posti auto a disposizione».
Andrea Artizzu