Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ppr, il piano che divide l'Isola

Fonte: L'Unione Sarda
18 marzo 2014


LA REVISIONE. L'assessore Erriu: «Metterci mano è una priorità, ma senza preconcetti»
 

I sindacati: più dialogo. Le imprese: serve la legge urbanistica
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«Al Ppr metteremo mano subito». La scelta urbanistica del governatore Francesco Pigliaru ha suscitato pareri discordanti. Dividendo parti sociali e costruttori in due fazioni. Da un lato ambientalisti (Legambiente e Gruppo d'intervento giuridico) e parte dei sindacati chiedono l'azzeramento del piano paesaggistico, e l'annullamento della delibera con cui due giorni prima del voto del 16 febbraio la Giunta Cappellacci ha approvato la revisione del Ppr del 2006. Dall'altro chi, come i costruttori edili, vorrebbe che si intervenisse continuando sulla strada intrapresa dal vecchio esecutivo. Tutti, però, concordano su un punto: «Serve un confronto costante e l'obiettivo deve essere la nuova legge urbanistica».
L'ASSESSORE A confermare le parole di Pigliaru, ieri, è stato l'assessore all'Urbanistica Cristiano Erriu . Rimarcando che «non si cambierà tanto per cambiare, in base a logiche preconcette». E poi: «La modifica del Piano paesaggistico dovrà essere preceduta da una fase di studio delle carte, discussa in Giunta e con tutti i soggetti in campo».
I SINDACATI Cgil, Cisl e Uil non hanno una linea unitaria. Ma sono compatti nel rivendicare, a prescindere dai punti di vista, dialogo e confronto. Per primo Michele Carrus , leader della Cgil sarda. Partendo però da un presupposto: «L'approvazione della delibera di adeguamento del Ppr due giorni prima del voto è stato un colpo di mano proditorio, finalizzato alla manomissione delle regole alla base della tutela del territorio», spiega. «Bisogna rimettere la palla al centro e ripartire, nell'ottica di una correzione, dall'impianto del 2006 che grande apprezzamento ha ricevuto in tutta Europa». Oriana Putzolu , segretario della Cisl, attende di sentire «qual è la linea del presidente per poter esprimere proposte migliorative, come quelle che avremmo voluto portare ai tavoli nel 2006 su alcune rigidità e sui vincoli che poi hanno generato la stagnazione di alcuni settori come quello dell'edilizia». Di certo il sindacato sardo non starà a guardare. Così Francesca Ticca , segretario della Uil: «Vogliamo capire come e con quali scadenze avverrà questo cambiamento. Alle parole devono seguire i fatti nei tempi del mondo reale».
GLI INDUSTRIALI E gli imprenditori? Monitorano la “pratica”. Confindustria, per voce del presidente Alberto Scanu , ribalta il discorso: «Non so se il Piano sarà smontato», osserva. «Nessuno ha intenzione di invadere aree incontaminate: non c'è bisogno di nuovi metri cubi ma basterebbe riqualificare l'esistente. Il problema è che, con le norme attuali, non è possibile: molti Puc non sono stati adeguati al Ppr. Per fare ordine serve subito una nuova legge urbanistica che preveda, all'articolo 1, l'abrogazione delle norme in vigore finora e rimandi alle regole di un nuovo Ppr che tenga conto del rispetto dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile». Aspetta regole anche Maurizio De Pascale , presidente dell'Ance, che a nome dei costruttori edili ricorda: «Il percorso della Giunta Cappellacci è stato ritenuto un buon inizio dal nostro centro studi nazionale. Si vuole cambiare? Senz'altro non si deve tornare alle logiche vincolistiche che hanno portato al crollo del settore delle costruzioni. Servono regole che permettano di migliorare l'esistente, ad esempio nei centri storici. Attendiamo di poter dire la nostra». Come Confindustria, Confapi valuta urgente riscrivere la legge urbanistica: «Perché occorre uscire dall'equivoco di una Regione spaccata tra chi vorrebbe uno sviluppo controllato e organico e chi preferisce limitare opportunità di crescita e investimenti imponendo stretti vincoli, salvo poi derogare per convenienza», dice il presidente Francesco Lippi . «Speriamo che la Giunta Pigliaru non commetta l'errore di affrontare un solo aspetto della questione e approfitti dell'inizio della legislatura per riordinare la difficile partita delle norme urbanistiche sulla base di un preciso processo di crescita e di rilancio della Sardegna».
Lorenzo Piras