Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'arena dei centurioni romani

Fonte: L'Unione Sarda
17 marzo 2014


STORIA.

Ospitava guerre simulate e lotte gladiatorie
 

Quell'umida mattina del 2000 lei c'era. Assieme a un folto gruppo di intellettuali (ma anche ambientalisti, politici, semplici cittadini), l'archeologa Maria Antonietta Mongiu seguì l'insediamento dell'impresa che poi realizzò le opere in legno e metallo sopra le gradinate in pietra dell'Anfiteatro. Mongiu, ex assessore regionale alla Cultura nella Giunta Soru, del monumento - edificato tra il I e il II secolo d. C. - traccia un preciso profilo storico-archeologico ma ne sottolinea anche la particolarità. «Perché in parte è scavato nella roccia», spiega la studiosa, «integrato a valle con una parte ellittica». La Carales romana era abitata da militari e l'Anfiteatro («un tempo più ampio rispetto all'area che attualmente occupa») era il luogo dove si simulavano le battaglie: «L'arena ospitava le neumachie, combattimenti tra gladiatori e con animali ma non si tenevano rappresentazioni teatrali. Per queste c'era un luogo dove ora c'è via Malta. L'Anfiteatro, con il genere di manifestazione che proponeva, raccontava la città».
La facciata sud doveva superare i venti metri d'altezza e le gradinate potevano ospitare anche 10 mila spettatori. Il tramonto con la diffusione del cristianesimo. L'imperatore Valentiniano III nel 438 d. C proibì le lotte gladiatorie. «Per tutta l'età medievale l'Anfiteatro è stato utilizzato come cava. Lo ha spogliato il riuso dei materiali». Nell'800 la riscoperta fino ai più recenti restauri. (p. p.)