Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il volto nascosto di Castello

Fonte: L'Unione Sarda
13 marzo 2014


Polastri: il cedimento sotterraneo di piazza Palazzo è solo l'ultimo di una lunga serie

 

«Il fenomeno degli smottamenti affrontato in modo errato»

Altro che casualità. Il cedimento di una parte di pavimentazione in piazza Palazzo, che ha costretto il Comune a recintare l'area di fronte alla Cattedrale e far partire subito i lavori di messa in sicurezza, non è un fatto casuale. Ad affermarlo Marcello Polastri, autore di varie pubblicazioni su esplorazioni sotterranee e presidente del centro studi Sardegna Sotterranea: «L'ultimo crollo ci fu lo scorso anno», spiega Polastri, «quando a febbraio si rese necessario un intervento per colmare due ipogei che generarono, perché ricoperti da una malridotta volta, gli smottamenti». Poi accusa: «Non sempre colmare i sotterranei significa rendere sicura una strada o una piazza. Lo attesta l'ennesimo avvallamento del terreno sorto di fronte alla Cattedrale. Sta sprofondando nel sottosuolo la stessa area colmata un anno fa. Ma come mai chi dovrebbe non punta una lente su questo modo di agire», si chiede Polastri. «Sono stati spesi soldi della comunità per un problema che si ripresenta?»
GLI STUDI Insomma, secondo l'esperto le varie amministrazioni comunali che si sono succedute non hanno lavorato nel modo corretto. Tra l'altro, uno studio sui sotterranei di Castello esiste. «Schede, rilievi, immagini di ciascun ipogeo sono nei nostri archivi, non servono quindi spese o finanziamenti ingenti. Li metteremo a disposizione delle amministrazioni gratuitamente, per amore della città». Polastri pone però una condizione: «Basta con i finanziamenti a vuoto, quelli dati a imprese che non producono risultati, che fanno studi grossolani e che, peggio ancora, ricoprono i vuoti con una colata di pietre. Basta con il ricoprire la storia».
L'ANTICO PRECEDENTE Il presidente del centro studi Sardegna Sotterranea racconta poi un episodio che risale al lontano 1300: «Sappiamo, nello specifico caso di piazza Palazzo, che l'area è stata edificata su una spaventosa voragine apertasi allora, che risucchiò un centinaio di case e che venne colmata nei secoli passati».
Tutta colpa di un incendio: «Quella voragine», prosegue, «si aprì perché le case, fatte di pietra e legno, in seguito a un rogo notturno, sprofondarono. Venne poi colmata a più riprese con pietrame e terra di accumulo, che noi stessi incontriamo spesso quando esploriamo i sotterranei locali. E così, dopo il bombardamento del 1943 che colpì il palazzo Viceregio, i crolli e gli smottamenti tornarono d'attualità in quell'area martoriata e mai bonificata».
LA SOLUZIONE Insomma, secondo Polastri servirebbe un'inversione di tendenza: «I sotterranei, come nel caso di aree gravate da smottamenti, andrebbero dotati di una robusta soletta di cemento armato, di un tetto che possa sopportare il peso della città moderna. Solo così si valorizzerebbe il sottosuolo, creando accessi ad hoc, rendendolo sicuro e, di conseguenza, un'attrattiva turistica».
In particolare, in tutto il quartiere Castello ci sono almeno 11 cisterne, 4 gallerie, 3 pozzi, 3 camere sotterranee, 4 caverne.
Piercarlo Cicero


Aperto ieri il cantiere per ripristinare la pavimentazione

Almeno una settimana di lavori


Serviranno almeno sette giorni prima che si concludano i lavori di ripristino della pavimentazione in piazza Palazzo, nel tratto antistante il Duomo. Gli operai comunali sono intervenuti dopo che il lastricato ha ceduto improvvisamente nei giorni scorsi.
I tecnici hanno rimosso i basoli in granito e indagato sui motivi del crollo. I lavori si sono interrotti ieri mattina, lo scavo ha portato alla luce una vecchia tubatura dell'acqua le cui perdite potrebbero avere indebolito il terreno. Tuttavia, se le cause fossero altre, i tempi di chiusura del cantiere potrebbero allungarsi.
Nel frattempo la circolazione nella piazza del quartiere Castello è stata rivoluzionata. Il Comune ha chiuso l'unica via d'ingresso dalla via Cannelles, ma ha comunque garantito l'accesso dalla via Martini con un senso unico alternato tramite semaforo. Le automobili dovranno poi parcheggiare soltanto negli spazi non interessati dai nuovi divieti di sosta. Sono stati infatti eliminati alcuni stalli per permettere lo svolgimento dei lavori.
Luca Mascia