Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Persi in un bicchiere: adolescenti a rischio

Fonte: La Nuova Sardegna
10 marzo 2014

Assume alcol il 25% dei quindicenni sardi e l’11% dei tredicenni I nuovi stili di bevuta, primo fra tutti il “binge drinking” (“bere frenetico”)

le inchieste della nuova




di Felice Testa wCAGLIARI

«Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere», scriveva Baudelaire che non amava gli astemi. Di questi tempi ne avrebbe trovato davvero pochi, nonostante un saggio proverbio, più concreto del poeta, ammonisca che «a trincare senza misura molto tempo non si dura». Invece si consuma sempre più alcol e si comincia a bere sempre prima. Sono cambiate le modalità del bere, la fenomenologia della sbronza, i suoi riti e i suoi tempi. Come bevono, quando bevono e quanto bevono i sardi e in particolare gli adolescenti, nuova fascia di consumatori ? Una prima risposta viene dal Rapporto sui dati regionali Hbsc 2009-2010 elaborato nell’ambito di un progetto del Ministero della Salute al quale la Regione Sardegna ha partecipato con la referente regionale Serena Meloni e la responsabile del Servizio prevenzione Donatella Campus. L’indagine ha coinvolto 2.663 studenti delle medie e delle superiori nelle fasce di età di 11, 13 e 15 anni. La maggior parte degli intervistati ha affermato di non aver mai consumato bevande alcoliche, tuttavia il 13,5% dei ragazzi ha dichiarato di consumare alcol almeno una volta la settimana con percentuali che crescono con il crescere dell’età (3,9 % negli 11enni, 11,39% nei 13enni e 25,16% nei 15enni). Rispetto alla media nazionale la percentuale dei bevitori sardi è inferiore tra gli 11enni e i 15enni mentre è superiore nei 13enni. Bevono sempre in misura maggiore i maschi rispetto alle ragazze, con una differenza molto marcata tra i 15enni e si consuma alcol soprattutto nel weekend con punte del 27,93% nei 15enni: in questa fascia di età, oltre il 20% si è ubriacato due o più volte. Ci sono poi i nuovi stili di bevuta, primo fra tutti il “binge drinking”, il “bere frenetico”, cioè sei o più bicchieri di alcol concentrati in poco tempo, dosi di liquore spesso ingurgitate una dietro l’altra. Hanno praticato il binge drinking oltre il 40% dei 15enni. «In Sardegna – dice il coordinatore regionale dell’Osservatorio epidemiologico Francesco Macis – l’assunzione di alcol riguarda il 58,1% della popolazione, il consumo binge l’11,8% e quello a maggior rischio il 21,4%. In particolare sono consumatori di alcol il 37% dei giovani tra i 18 e i 24 anni. Il dato più preoccupante è il consumo frenetico: oltre una certa soglia l’alcol va a impattare su tutto l’organismo, ed è certamente più pericoloso bere tutto in una volta che poco con maggiore frequenza». È il modo di bere degli adolescenti che più preoccupa i tecnici che si occupano della salute e dei comportamenti dei ragazzi. «Dobbiamo entrare nel merito delle modalità di consumo – spiega Graziella Boi, direttrice del “Centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici alcol correlati” del Dipartimento di salute mentale della Asl 8 di Cagliari – Oggi parliamo di binge drinking, di drunkoressia, di drink game. Il binge drinking, cioè bere ripetutamente in modo compulsivo fino ad ubriacarsi, può indurre alcolismo giovanile, può portare alla dipendenza. I sintomi e le problematiche del binge drinking sono simili alle altre dipendenze: variazione dell’umore, depressione, disturbi sessuali, problemi di performance cognitive relative alla concentrazione, all’apprendimento, alla memoria. La drunkoressia è invece una condotta caratterizzata da consumo di alcol con lunghi periodi di digiuno. Riguarda più le ragazze dei ragazzi e si accompagna spesso all’assunzione di lassativi e a pratiche come il vomito auto indotto. Il consumo di alcol è uno stile di vita che nei ragazzi viene influenzato, principalmente, dal contesto famigliare. Beve il 26,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni che vivono in famiglie dove si consuma abitualmente alcol. percentuale che sale fino al 32,8% nelle famiglie dove il consumo non è moderato e scende al 14,4% nelle famiglie dove i genitori non bevono. Chi comincia a bere a 11 anni mette le basi per un consumo non moderato in età adulta. Bisogna aiutare i genitori a capire che il passaggio cruciale di questo fenomeno è dentro le famiglie. L’abuso di alcol tra le mura domestiche è un dato che i ragazzi leggono come la possibilità di andare oltre» . L’abuso di alcol comporta un costo sociale molto alto a cominciare dalla sicurezza sulle strade. «Nell’ambito dell’operazione “Stragi del sabato sera” nel 2013 abbiamo svolto 400 servizi di prevenzione finalizzati al controllo dell’alcol – dice il dirigente del compartimento regionale della polizia stradale Giuseppe Gargiulo –. Abbiamo elevato oltre mille contravvenzioni ritirate 325 patenti e sequestrato 70 veicoli». «L’abuso di alcol – aggiunge il dirigente provinciale della stradale di Cagliari , Alberto Tricoli – è a pieno titolo tra le maggiori cause di incidenti stradali e nel 2013 in Sardegna sono stati quaranta gli incidenti dovuti a guida in stato di ebbrezza. Sono costati due morti e 31 feriti».