Rassegna Stampa

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L'eccellenza musicale italiana ritorna al Teatro Lirico di Cagliari

Fonte: web Cagliari Globalist
10 marzo 2014

CULTURA

 

Il7 marzo è salito sul podio il M° Angelo Cavallaro, toscano dal curriculum prestigioso per la prima volta sul palcoscenico cagliaritano. [Francesca Mulas]
 

di Francesca Mulas

L'eccellenza musicale italiana ritorna al Teatro Lirico di Cagliari: dopo la serata diretta e interpretata da Mario Brunello, venerdì 7 marzo è salito sul podio il M° Angelo Cavallaro, toscano dal curriculum prestigioso per la prima volta sul palcoscenico cagliaritano.

Il programma prevedeva un brano che prosegue idealmente quell'oscillazione fra repertorio e innovazione che caratterizza il cartellone: la Seconda Sinfonia in Si bemolle maggiore per soli, coro e orchestra "Lobgesang" op. 52 di Felix Mendelssohn-Bartholdy una delle sinfonie più complesse del Romanticismo, quasi ridondante nella lunghezza senza soluzione di continuità, nella sua ricca orchestrazione, nei suggerimenti tematici, nell'opulenta armonizzazione spesso instabile e nell'Inno di Lode (Lobgesang, appunto) del movimento finale, sul modello della Nona di Beethoven e del celeberrimo Inno alla Gioia , con un importante inserimento vocale che vede coinvolti il coro, un tenore e due voci femminili in quella che si caratterizza come una vera e propria Cantata biblica in nove sezioni. Un brano e celeberrimo, benché, dopo la prima del 1840, a lungo gravò come condanna, per gli anni successivi, il giudizio negativo di Wagner, che irrise allo «stupido candore» dell'ambiziosa composizione, finché, a rinverdirne gli allori non giunse Hans von Bülow che, a partire dal 1877, la inserì nel proprio repertorio. Da allora la Sinfonia-cantata mendelssohniana, sia pure con passo più lento rispetto alle svelte sorelle, non ha interrotto il proprio cammino.

Il M° Cavallaro ha guidato l'Orchestra in questa ulteriore tappa dando una sua personale interpretazione: il tema principale, enunciato dal trombone e dagli ottoni, ha fatto da elemento unificante a un'esecuzione forse un po' troppo dispersiva e poco chiara nei dialoghi fra gli strumenti. Soprattutto la parte puramente orchestrale ha risentito di questa pecca: un plauso va ai violoncelli e ai contrabbassi, che hanno contribuito a mantenere una pulsazione che a tratti, specie nei tempi veloci (troppo veloci?) sfuggiva. Dopo un "Maestoso con moto" introduttivo, l'"Allegro" (in forma sonata, come da dettami classici, anche se la limpidezza costruttiva non è venuta pienamente alla luce), un "Allegretto un poco agitato" in tempo di danza, quasi barocco e un "Adagio religioso" che preannunciava l'atmosfera spirituale successiva, ecco la Cantata, su testo biblico. Il Coro, diretto dal M° Faelli, ha come sempre svolto il suo compito in maniera egregia, così come si sono dimostrati adeguati i solisti, il tenore Jörg Dürmüller e i soprano Serena Daolio e Rossana Cardia (quest'ultima nata nell'ambiente del Conservatorio locale). In conclusione una serata nella quale il M° Cavallaro ha offerto un diverso punto di vista nell'interpretazione di un brano famoso, con luci ed ombre, sul quale riflettere.