Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Italia tira ancora la cinghia

Fonte: L'Unione Sarda
4 marzo 2014

RAPPORTO ISTAT.

Passo all'indietro di 13 anni con gli investimenti ancora in flessione
 

Nel 2013 crolla il Pil e schizza il debito: consumi a picco
ROMA È un 2013 che si avvita su se stesso quello dei conti pubblici italiani. Lo scorso anno il Pil è crollato dell'1,9% facendo perdere all'economia 13 anni e riportando il nostro Paese sotto i livelli del 2000. Il calo è però più impressionante questa volta per gli inevitabili effetti sul debito pubblico, schizzato a un record assoluto. Ma i dati sul fabbisogno nei primi 2 mesi non allarmano particolarmente il Tesoro che parla di risultato «in linea» sul 2013 con un cumulato di 13,3 miliardi contro gli oltre 14 del primo bimestre 2013. C'è poi un aspetto positivo: il gettito Iva sugli scambi interni che mostra un +8%. Ma pagamenti della PA, rimborsi fiscali e un esborso per l'Mps da 2 miliardi nel 2013 condizionano il dato che torna in rosso dopo l'attivo di 800 milioni a gennaio.
DATI ISTAT Mostrano però che con un'economia in caduta libera, il rapporto tra indebitamento e Pil è infatti volato al 132,6%, dal 127% del 2012, appunto un livello mai toccato prima, secondo in Europa solo a quello della Grecia. L'ennesima conferma di come sia proprio il debito la vera e propria palla al piede dell'economia italiana.
PIL E DEBITO Per quanto nera, la situazione ereditata dal governo Renzi è però meno drammatica del previsto. Se la caduta del Pil, seguita al -2,4% del 2012, è stata peggiore del -1,7% stimato dal governo, il debito - pur alto - è inferiore alle ultime previsioni ufficiali contenute nella nota di aggiornamento del Def che davano un rapporto al 133%. Grazie alla manovrina varata alla fine dello scorso anno, il deficit è rimasto sulla soglia del 3%, imposta dall'Unione europea. Un numero che però potrebbe non bastare all'Italia per superare l'esame di Bruxelles che darà domani la pagella dell'economia italiana, valutandone competitività e dinamicità, oltre ad indicatori chiave come disoccupazione e crescita.
INVESTIMENTI L'Italia è un Paese in cui gli investimenti sono ancora in flessione (-4,7% secondo le rilevazioni Istat) e dove anche i consumi vanno a picco. L'unico contributo positivo al Pil è arrivato dalla domanda estera. Dalla spesa delle famiglie è arrivato un contributo negativo al Pil dell'1,6%. In pratica i consumi sono diminuiti rispetto al 2012 del 2,6%. Tutti i comparti hanno risentito della crisi, compresi gli alimentari (-3,1%).
SPESA E CONSUMI Gli italiani si sono mostrati decisamente restii a spendere anche per l'abbigliamento (-5,2%), per la sanità (-5,7%) e persino per le comunicazioni, capitolo tradizionalmente più attraente per le novità che invadono il mercato a ritmo serrato. A poco è valso il calo, contenuto, della pressione fiscale. Lo scorso anno è scesa al 43,8% cioè lo 0,2% in meno rispetto al 2012.