Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ma un eletto su cinque è indagato

Fonte: La Nuova Sardegna
19 febbraio 2014


 
Sei onorevoli coinvolti nell’inchiesta sui fondi, posizione delicata per Ganau 
 
 
 
 
 

di Mauro Lissia

CAGLIARI Frequentare gli uffici giudiziari fa tendenza e forse porta anche fortuna. Lo dicono i numeri: un quarto del nuovo consiglio regionale - allo stato dei conteggi, manca l’ufficialità sulla composizione - sarà formato da onorevoli a giudizio o indagati. Dovrebbero essere dodici sui sessanta eletti, distribuiti uniformemente tra i partiti maggiori. Hanno deciso di candidarsi fra le polemiche ma alla fine sono riusciti a dimostrare che se nella politica sarda una questione morale esiste davvero e dev’essere affrontata, quantomeno riguarda anche gli elettori, accaniti tutori del principio che impone la presunzione d’innocenza. Soltanto cinque candidati con qualche macchia sul certificato penale sono rimasti tagliati fuori dall’aula di via Roma, ma cifre alla mano sono usciti dal voto di domenica scorsa tutt’altro che bocciati. Se accuse e precedenti penali non hanno influito sull’esito delle regionali è certo che sulla massima assemblea elettiva dell’isola peserà la legge Severino, che sospende d’imperio e già dal primo grado del giudizio chiunque fra i consiglieri incassi una condanna. Difficile dire se gli uffici del consiglio dovranno allestire un sistema di porte girevoli per garantire nei prossimi mesi un rapido ricambio: tra il 2013 e l’inizio del 2014 sono stati cinque i consiglieri costretti a far fagotto, il futuro è scritto negli astri. Ma vediamo chi sono gli onorevoli di cui nel corso della legislatura andrà verificata e confermata l’onorabilità sul piano giudiziario. Quelli coinvolti nell’ormai celeberrimo procedimento per peculato legato all’uso improprio dei fondi destinati ai gruppi politici sono otto: Gavino Manca (Pd) eletto a Sassari, Francesco Sabatini (Pd) della circoscrizione Ogliastra, Oscar Cherchi (Forza Italia) di Oristano, Mario Floris (Uds) vittorioso a Cagliari come Cristian Solinas (Psd’Az). C’è poi l’irriducibile Giorgio Oppi (Udc) eletto nel Sulcis, indagato per peculato per i fondi ai gruppi ma sotto giudizio immediato per tentata truffa: è imputato di aver pagato un viaggio a Perugia per il congresso del suo partito coi soldi dell’assessorato regionale all’ambiente, di cui era titolare. Esaminando la mappa del rischio giudiziario, quelli più esposti sembrano essere Cherchi, Floris e Oppi: per i primi due il processo pubblico è in corso e dovrebbe chiudersi in dieci mesi-un anno. Quello di Oppi andrà a sentenza nel giro di pochi mesi e un’eventuale condanna costringerebbe il notabile sulcitano a farsi da parte. Sarebbe un fatto quasi storico. C’è poi la posizione di Ugo Cappellacci (F.It)che entrerà in assemblea come leader dell’opposizione: se il processo per concorso in bancarotta patrimoniale legato al caso Sept non lo preoccupa perché l’eventuale reato sarebbe stato commesso da privato cittadino, l’ex governatore deve guardarsi dal processo P3, che si apre a Roma in aprile: una condanna per abuso d’ufficio e l’addio al consiglio regionale sarebbe automatico.

Delicatissima anche la vicenda di Gianfranco Ganau (Pd), il sindaco di Sassari, che condivide con Michele Azara (Idv) l’imputazione di abuso d’ufficio riferita alla nomina di alcuni dirigenti comunali: alcuni mesi di processo e si saprà se i due amministratori potranno andare avanti nella nuova esperienza di consiglieri regionali. Altro caso da monitorare è quello del sassarese Antonello Peru (F.It) gravato dall’accusa di associazione a delinquere per la vicenda dei maltrattamenti agli anziani malati di Alzheimer: si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, ma la valutazione che conta spetta al tribunale. Infine il sindaco di Elmas Valter Piscedda (Pd) che è iscritto al registro degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio per la vicenda dello stadio Karalis Arena da costruire a pochi metri dall’aeroporto cagliaritano: per lui il rischio c’è, perché se ha commesso il reato l’ha commesso nelle vesti di sindaco. Gli elettori hanno punito - ma probabilmente non per i precedenti giudiziari - cinque candidati che speravano fortemente di farcela: Onorio Petrini (F.It.) che andrà a giudizio immediato per i fondi ai gruppi e Nello Cappai (Udc) finora soltanto indagato per peculato. Fuori anche l’ex assessore regionale all’ambiente Andrea Biancareddu (Udc) condannato a un anno di reclusione per usurpazione di funzione pubblica e indagato per i fondi ai gruppi, fuori Mauro Pili (Unidos) di cui la Procura ha chiesto il giudizio per falso dopo la visita in carcere all’amico Massimo Cellino in compagnia di collaboratori taroccati. Fuori, com’era ampiamente prevedibile, anche Claudio Cugusi (La Base) figura di secondo piano, condannato definitivamente a un anno di carcere per il possesso di apparecchiature atte a intercettare le conversazioni dei cellulari. ©RIPRODUZIONE RISERVATA