Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Puzzle russi e rutilanti ritmi latini

Fonte: La Nuova Sardegna
14 febbraio 2014

Pietro Mianiti dirige un tris di autori del ’900: De Falla, Milhaud e Shostakovich



Oggi al Comunale di Cagliari il maestro parmense dirige l’Orchestra del Lirico in pagine graffianti e colorate Attesa per Albanese, stella del pianismo

di Gabriele Balloi wCAGLIARI Pare sia il Novecento il suo repertorio prediletto. Perché, ad un anno preciso di distanza, Pietro Mianiti – oggi alle 20,30 e domani alle 19 – salirà ancora sul podio del Comunale per De Falla, Milhaud e Shostakovich. La volta precedente diresse Webern, Bartók e Stravinskij. Perciò, sebbene si destreggi fra melodramma e contemporanei, il direttore parmense si riconferma il candidato migliore per un’altra terna novecentesca. Anche stavolta un russo, il pietroburghese Shostakovich, di cui si è scelto l’esuberante, caleidoscopico e arlecchinesco «Concerto n.1 in do minore per piano, tromba e orchestra d’archi». Pagina fra le più graffianti e ironiche di Shostakovich. «Voglio difendere il diritto di ridere nella musica seria» disse, descrivendo questo puzzle di citazioni e autocitazioni, eclettico collage di stilemi e tecniche compositive. Protagonista sarà Giuseppe Albanese, stella nascente del pianismo internazionale, vincitore di importantissimi premi, fra cui il «Vendome Prize» nel 2003, anno in cui presiedeva la giuria nientemeno che Jeffrey Tate. Con Albanese, oltre agli archi, la prima tromba del Lirico, Vinicio Allegrini, ricoprente il ruolo dal ’99 e avute già collaborazioni con l’Orchestra della Rai di Torino e la Sinfonica del Teatro alla Scala. Fra l’altro, con l’Istituzione milanese tiene da tempo un forte sodalizio anche Mianiti, quale docente d’esercitazioni orchestrali e direttore ospite dell’Accademia scaligera. Per un lustro, è stato poi Direttore musicale dell’Associazione Prolirica del Perù, invitato dal grande tenore Luigi Alva. Il rapporto con l’America Latina, dunque, lo accomuna gli altri due autori dell’appuntamento odierno. Pensiamo all’ispirazione di Milhaud, ricevente impulso creativo dal contatto col Brasile, di cui riecheggiano colori e ritmi nel «Concerto per marimba e vibrafono» che impegnerà Filippo Gianfriddo, specialista del repertorio e, dal ’97, valente timpanista del Lirico. Pensiamo a De Falla che trascorse l’ultimo decennio di vita in Argentina, di cui si eseguiranno la rutilante Suite n.1 da «El sombrero de tres picos» e quella da «El amor brujo» col mezzosoprano Cristina Melis, già distintasi un anno fa in un’ottima prova del «Requiem» verdiano.