Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nubi sul futuro delle due edicole storiche

Fonte: L'Unione Sarda
24 gennaio 2014

 

L'allarme dei titolari

 

Che fine faranno le due storiche edicole di piazza Garibaldi? Sopravviveranno al restauro o saranno trasferite? Nel rendering (la resa grafica di come sarà la piazza dopo i lavori) non c'è traccia delle due rivendite di giornali posizionate all'ombra dei ficus. Il dubbio è lecito: ad alimentarlo ci sono anche le affermazioni dei due edicolanti che dal Comune non hanno ancora ricevuto comunicazioni. Si tratta di Aldo Orofino (64 anni, titolare da quasi mezzo secolo del chiosco vicino a via Garibaldi) e Cristina Trogu (68 anni, dal 2002 gestore dell'edicola all'angolo con via Bosa, dopo aver raccolto il testimone dal predecessore, per tutti signor Franco ). «Pago 2300 euro all'anno di suolo pubblico in virtù di una regolare concessione», sottolinea Trogu. «Il mio chiosco risulta accatastato, tuttavia il rinnovo è annuale: il Comune potrebbe tranquillamente mandarmi via». Al momento, però, tutto tace. «Nessuno ci ha fatto sapere niente», allarga le braccia Trogu. «Certo che sono preoccupata, non ci tengo mica a finire per strada. In tutti i casi non credo che questi lavori cominceranno a breve. Si parla tanto, si parla sempre… ma alla fine andrà tutto per le lunghe, come al solito».
Di diverso avviso il suo collega Orofino. «Non sono stato contattato», premette, «ma ho sentito dire che la gara d'appalto è già stata indetta e che il cantiere sarà avviato entro quattro mesi. Il mio futuro? Il Comune può mandarmi via, basta che mi neghi il rinnovo della concessione. Ma non credo lo farà. Nella peggiore delle ipotesi mi sposteranno in un altro punto della piazza. Confido di poter restare, insomma. Lo dico con convinzione perché queste due edicole, la mia e l'altra, sono storiche. Ci sono da tantissimo tempo, sarebbe un peccato se sparissero».
«Per i cittadini rappresentiamo un punto di riferimento», concorda Trogu, «anche se ultimamente la crisi si sta facendo sentire. La diffusione di internet e dei tablet ci sta rovinando».
Paolo Loche