Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Baretti abusivi: chiusa l'inchiesta bis

Fonte: L'Unione Sarda
24 gennaio 2014

 

La Procura contesta violazioni paesaggistiche e urbanistiche a diciotto proprietari

 

La Procura ha chiuso l'inchiesta sui proprietari dei 15 baretti del Poetto che dovevano essere smontati il 31 ottobre 2012 ed erano invece rimasti in piedi in assenza di autorizzazione. Il pm Gaetano Porcu contesta violazioni urbanistiche e paesaggistiche ad Alessandro Ticca (titolare dell'Otium), Giovanni Cogoni (della Sella del diavolo), Lucia e Carlo Alciator (Palm beach), Eliseo e Santina Carta (Lanterna rossa), Maurizio Marongiu (Twist bar), Francesco e Valeria Ilaria Demontis (Sesta area), Piero Marci (Il miraggio), Anna Frongia (Il nilo), Valter Casula e Mario Carboni (Calypso), Cinzia Erriu (Corto Maltese), Maurizio Marongiu (Fico d'India), Luigi Lampis (La Dolce Vita), Pierluigi Atzori (Ara Macao) e Antonio Congera (Capolinea), tutti difesi dai legali Matteo Pinna e Benedetto Ballero.
La vicenda giudiziaria è strettamente collegata a una precedente inchiesta quasi identica riguardante i vecchi chioschi abusivi abbattuti nel 2011 e già sfociata in una serie di condanne in primo grado. Ultimata la demolizione dei precedenti baretti, in attesa dell'approvazione del Piano di utilizzo del litorale (ancora non c'è) il Comune aveva rilasciato delle concessioni provvisorie per realizzare chioschi in legno amovibili e più piccoli rispetto a quelli del passato. L'autorizzazione prevedeva che entro fine ottobre di quell'anno queste costruzioni, prive del nulla osta paesaggistico, fossero smontate e che nell'estate 2013 si rinnovasse l'intero iter, ma i baretti erano rimasti in piedi. Così, lette le relazioni della polizia municipale e della Capitaneria di Porto, la magistratura aveva messo i sigilli a 15 chioschi. E a nulla era servita la legge regionale approvata in fretta e furia - ritenuta non applicabile dal Comune - per risolvere la situazione.
VOLUME ECCESSIVO Sempre ieri è arrivata la sentenza d'appello nei confronti dei proprietari di sette chioschi a processo, in questo caso, per disturbo della quiete pubblica. Secondo le accuse, avevano esagerato col volume della musica nei loro locali tra il giugno e il settembre 2005. Con loro, accusato anche di falso, c'era Sergio Porcedda, proprietario del Lido. I giudici hanno dichiarato estinto entrambi i reati per prescrizione; sentenza che rende nulle le condanne di primo grado, 300 euro ai titolari dei chioschi Palm Beach (Maria Assunta Cabras), Twist bar (Maurizio Marongiu), Miraggio (Piero Marci), Nilo (Anna Frongia e Cinzia Erriu), Malibu (Sandra Argiolas) e Calipso (Walter Casula), difesi dall'avvocato Matteo Pinna, e tre mesi e 300 euro a Porcedda. Questi era accusato di aver attestato, chiedendo il rinnovo della concessione al Comune, che gli impianti musicali nella discoteca non avevano subito modifiche rispetto ai controlli del '93 della Commissione di vigilanza, circostanza smentita da un sopralluogo che rilevò più decibel del consentito. «In realtà», avevano spiegato i difensori Bernardo e Gianluca Aste, «l'imprenditore aveva delegato a un esperto la gestione del locale e nulla sapeva di emissioni sonore. Inoltre il sopralluogo risale al novembre 2005 e la richiesta è di maggio, prima dell'inizio della stagione estiva. Nel frattempo alcuni vecchi impianti non funzionanti erano stati sostituiti».  (an. m.)