Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Altri Comuni sardi la applicano già: ecco come funziona

Fonte: L'Unione Sarda
24 gennaio 2014

 

Reintrodotta tre anni fa

 

Per il momento l'imposta di soggiorno a Cagliari è solo una possibilità: se n'è parlato due giorni fa in commissione Bilancio, giusto un accenno ma sufficiente a contrapporre nettamente maggioranza e opposizione. Funzionerebbe così: chi pernotta in un bed and breakfast, un albergo, una qualunque struttura ricettiva paga, al momento del conto, una somma che successivamente viene versata al Comune. Di norma, sono esentati i bambini (fino ai 12 o i 14 anni), le forze dell'ordine in servizio, i disabili, le guide di comitive.
Reintrodotta tre anni fa nella legislazione italiana che ha lasciato ai Comuni la responsabilità di decidere se applicarla o meno, l'imposta di soggiorno non è una novità: istituita in epoca fascista, è rimasta in vigore nelle città a vocazione turistica fino al 1991, Cagliari inclusa. Dal 2011 diverse amministrazioni municipali sarde hanno deciso di applicarla, con qualche beneficio per le casse comunali: Pula, nel 2012, ha incassato 250mila euro; Carloforte, nel trimestre agosto/ottobre di quello stesso anno, 12mila. A Pula, dove il turista paga l'imposta per le prime 15 notti di permanenza, è il Comune in cui l'imposta ha la durata più lunga: a Carloforte, Teulada e Fordongianus si paga solo per 7 notti, a Maracalagonis per 10, a Muravera per 14.
A Cagliari la maggioranza di centrosinistra, che un anno fa aveva negato che l'ipotesi fosse all'ordine del giorno, sembra averci ripensato: mercoledì sera il capogruppo del Pd Davide Carta ha detto che, nel caso l'imposta venisse introdotta, i proventi servirebbero a finanziare la promozione turistica della città e che prima se ne discuterà con gli operatori. L'opposizione si prepara invece a dare battaglia contro quello che Giuseppe Farris (Forza Italia) ha definito «balzello» e «follia».
Se n'era già parlato due anni e mezzo fa. Erano addirittura circolate tariffe ipotetiche (un euro a stella) e si era citato un modello di riferimento: Firenze, dove per una notte in un hotel a cinque stelle si pagano, appunto, cinque euro di imposta. Poi non se n'era fatto niente. Ora l'argomento torna in agenda.
Marco Noce