Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Giù le mani dai turisti»

Fonte: L'Unione Sarda
24 gennaio 2014

 

Imposta di soggiorno, dagli albergatori coro di no - Agli operatori del settore non piace l'idea di far pagare chi dorme in città

 

Dal rassegnato al furioso: non sono positive le reazioni degli albergatori all'ipotesi di introdurre in città l'imposta di soggiorno. «Settore in grave crisi, sarebbe un errore».


«Il punto - spiega Renato Barbon, direttore dell'hotel Regina Margherita - è che il cliente percepisce il prezzo finito: per lui l'imposta di soggiorno equivarrebbe a un rincaro». Una percezione che, secondo il decano degli albergatori cittadini, Antonio Mundula dell'hotel Italia, «visti il momento di crisi e la concorrenza», non è pensabile lasciar passare: «Gli alberghi sarebbero obbligati a farsene carico».
Tra i più duri c'è Davide Collu, direttore del T Hotel: «La mia posizione è quella di Confindustria, di cui sono componente di giunta con delega al turismo: contrario. Non in linea di principio: se Cagliari fosse realmente una destinazione turistica, niente di male. Il problema è che mancano servizi di promozione e non esiste niente di ciò che fa una destinazione turistica: informazione inesistente, qualità e quantità degli eventi insufficiente, anfiteatro inaccessibile e in stato di abbandono, il Parco della musica è un ricettacolo di zanzare. Ci fregiamo della qualifica di city beach , ma la beach , la spiaggia del Poetto, è in condizioni pietose, e anche la city  non se la passa bene».
Barbon, dal Regina Margherita, la vede in maniera meno radicale: «In città qualcosa si muove. Dalle nostre parti sono stati rifatti diversi marciapiedi, ora più decorosi e più sicuri per i pedoni, ed è stata rimessa a nuovo la piazza Costituzione. Più che altro preoccupa che si parli di un'altra tassa in un momento di crisi come questo: per il nostro albergo, nel 2013, abbiamo pagato circa 20 mila euro di Tares in più del 2012. E, se decideranno di applicarla, mi auguro che gli introiti servano davvero a promuovere la città e la Sardegna come destinazione turistica».
Antonio Mundula, che l'anno scorso ha festeggiato i 60 anni di attività nel settore, parla con la saggezza di chi ne ha viste passare tante e con la precisione di chi sta scrivendo una storia del turismo in Sardegna: «Il momento non è il migliore per pensare a nuove tasse. Tre anni fa abbiamo toccato il massimo storico di presenze turistiche in Sardegna: poco meno di 13 milioni. Ora, però, siamo scesi a meno di 11. Gli alberghi di Cagliari, storicamente, lavorano con la clientela business e le presenze, diciamo, “burocratiche” dal Capo di Sopra: due settori in flessione da anni. Da cinque-sei mesi, per dire, è chiuso il secondo albergo cittadino per capacità ricettive, il Mediterraneo (interessato da importanti lavori di ristrutturazione, ndr) , eppure nessuno degli altri ha registrato aumenti di presenze. Un po' tutti, come si fa nei periodi di magra, applichiamo le tariffe minime previste dal prontuario. E i clienti, sempre più spesso, chiedono il prezzo della camera». (m. n.)