Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vela, un affare col vento in poppa

Fonte: L'Unione Sarda
14 gennaio 2014

 

Duemila notti trascorse in un anno negli alberghi di Cagliari - Le squadre olimpiche azzurre hanno scelto il Poetto come campo ideale per gli allenamenti

 

Trecentomila euro per un soggiorno di una settimana. Mance e consumazioni comprese. È quanto hanno speso in un resort del sud dell'Isola un armatore russo e il suo equipaggio, a Cagliari per la disputare la regata internazionale Med Cup. Non è leggenda e il conto finale è forse anche inferiore alla cifra reale. Certo è invece l'indotto immediato e a lungo termine, la visibilità che il capoluogo sardo ha guadagnato dall'evento sportivo. E da tanti altri di pari valore che, da quindici anni, scandiscono le stagioni agonistiche.
Un mare di soldi fa vela verso la Sardegna. Gonfiato dall'espansione dell'aeroporto di Elmas: la facilità dei collegamenti, unita alla crescente professionalità dei circoli di vela, ha segnato la svolta. E lanciato nuove opportunità, in termini di offerta fuori stagione. Alle regate, organizzate da maggio a fine ottobre, si è affiancata la possibilità di allenamenti di livello, dodici mesi su dodici. Lo dimostra il calendario 2014: i due massimi eventi, organizzati dallo Yacht Club Cagliari, si svolgeranno a maggio e settembre. Ma sono già in acqua, da settimane, l'intera squadra olimpica italiana e sei equipaggi delle nazionali irlandese, britannica e austriaca. E si fa sempre più concreta la scelta del capoluogo sardo come quartier generale del team di Luna Rossa, per il prossimo biennio. Con un ritorno economico proporzionato all'importanza della manifestazione.
LA SQUADRA OLIMPICA I 34 azzurri, che compongono 24 equipaggi singoli e doppi, sono in città a turno da novembre. Con programmi di allenamento personalizzati della durata media di un mese. La traduzione in presenze dirette è di 619 nel 2013 e 1308 per il 2014. Dal 6 all'11 gennaio, il primo allenamento collegiale dell'anno ha chiamato a raccolta anche 20 professionisti fra preparatori tecnici, medici, meteorologi, il direttore tecnico Michele Marchesini e la sua vice Alessandra Sensini, pluricampionessa nel windsurf, per un totale di cinquanta persone. Che hanno trasformato Cagliari nella Coverciano della vela.
IL MONDIALE KITEBOARD Quello che si svolgerà dal 12 al 18 maggio non sarà un mondiale come gli altri, per il kiteboard. Disciplina emergente nel panorama velico, è stata appena consacrata classe olimpica a partire da Tokyo 2020. Il che si traduce in più praticanti, più attenzione mediatica per il maggior livello tecnico garantito dai campionati a numero chiuso. L'edizione Youth e Master - che segue di un anno e mezzo il mondiale assoluto, 195 atleti da 35 nazioni - porterà al Poetto (le regate partono rigorosamente dalla spiaggia) 120 atleti da 35 nazioni, divisi equamente tra le due classi. Una cifra che potrebbe lievitare fino a 500 persone, compresi gli accompagnatori. «Due per timoniere, nel caso dei giovanissimi», assicura Mirco Babini, presidente della classe internazionale «e i Master (over 35), si portano dietro le famiglie». La loro presenza pare non si esaurirà con la settimana di evento. «Molti verranno in più puntate a marzo e aprile per testare il campo di regata in anticipo».
IL TRICOLORE LASER Numeri ancora più consistenti promette il campionato nazionale Laser, ospitato già nel 2005. La classe olimpica porterà in città 350 timonieri (l'anno scorso, a Crotone, erano 216) la prima settimana di settembre. Anche qui, il seguito è assicurato: delle tre categorie in gara, la 4.7 è composta da under 16, quindi atleti con famiglia al seguito. Insomma, l'opportunità di incassare un mega assegno che arriva dal mare è concreta. A patto di garantire servizi a terra (alberghi, ristoranti e indotto per i negozi specializzati) e una pianificazione su larga scala non limitata ai mesi estivi.
Clara Mulas

In barca c'è una miniera d'oro

- Il direttore tecnico della Fiv: è un'occasione da non perdere

 

Cagliari come Valencia. Una città che nella vela ha trovato la sua miniera d'oro e che ancora oggi - a quattro anni dall'organizzazione della Coppa America - vive di rendita. «Anche voi avete la materia prima per scolpire una realtà di eccellenza, continuate così». Se l'incoraggiamento arriva da Michele Marchesini, olimpionico Finn e direttore tecnico della federazione italiana vela, c'è da fidarsi. E da riflettere sulle potenzialità di una realtà tutta da valorizzare, promuovere, sfruttare. «Ho scelto io Cagliari per gli allenamenti invernali, per ragioni di carattere tecnico e logistico. È stata una fiducia ben riposta, non abbiamo perso un solo giorno di allenamento, penso che l'anno prossimo ci seguiranno intere Nazionali avversarie: il mio omologo britannico è entusiasta».
Cosa differenzi il capoluogo sardo da altre località del sud Europa, perfette nell'accoglienza di regate nel periodo estivo, si spiega con due parole: vento termico. Ovvero quello generato dalla conformazione del territorio malgrado l'alta pressione, fondamentale per offrire anche in inverno condizioni ideali per il velista professionista. La squadra olimpica è partita sabato, ma tornerà a più riprese fino a primavera. «Questo sarà un anno fondamentale, ho affidato al Poetto il momento più delicato della preparazione». Solo dopo, Marchesini sceglierà gli equipaggi che saranno a Rio, nel 2016. Nella rosa ci sono anche tre velisti cagliaritani: Marta Maggetti e Michele Cittadini, al secondo anno nel RS:X, e il laserista Enrico Strazzera. «La Maggetti ha vinto il titolo mondiale juniores al primo anno sulla tavola olimpica, ma tutti possono e devono migliorare, la convocazione per le prossime Olimpiadi dipende solo da loro».
Una medaglia varrebbe almeno un milione di euro tra visibilità immediata, sponsorizzazioni, ricadute sul territorio di appartenenza: più iscrizioni ai corsi di vela, incremento nell'acquisto di barche, tavole e attrezzatura, nuove assunzioni tra gli istruttori. «È un'onda lunghissima perché l'atleta si trasforma in personaggio, stimola la sua generazione e quella successiva a seguire il suo esempio, con impatto positivo anche sull'economia». Come accaduto sul Lago di Garda, terra di Marchesini. Una comunità che conta su 30 chilometri di coste, ventimila abitanti e da cinquant'anni ha cavalcato il grande affare della vela, producendo una dozzina di campioni olimpici. E ha incassato assegni a sei zeri. Cagliari deve solo capire che il mare, se gestito nell'ottica sport-turismo, può diventare una fabbrica di posti di lavoro( cl.m. )